Sembra che anche negli ambienti dell’Impero atlantista d’occidente ci sia stancati della guerra in Ucraina. Si aspetta solo di creare l’occasione per far mettere attorno ad un tavolo di trattative il leader del regime ucraino, lo scaduto presidente Zelensky.
I segnali in proposito sono sempre di più.
L’associazione Peacelink, ad esempio, segnala la dichiarazione del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: « dobbiamo consentire all’Ucraina di raggiungere un risultato accettabile attorno al tavolo dei negoziati ». Dichiarazione, apparentemente ambigua, ma che fa il paio con le ammissioni di Zelensky: « allo stato attuale delle cose i suoi soldati rischiano di essere sconfitti », o quelle di papa Francesco. Il capo del Vaticano, come ci si ricorda, più o meno ha sostenuto che « il negoziato non è mai una resa. È il coraggio per non portare il Paese al suicidio » [1]. Che è poi quel che dall’inizio del conflitto scrive Sinistra Libertaria, anche parafrasando il pensiero di Bertrand Russell.
Ancora poco, certo, per fermare il conflitto. Sicuramente, però, un segnale di inversione di tendenza rispetto alle dichiarazioni bellicose per esempio della Von der Leyen di appena un mese fa: « i rischi di una guerra – continua von der Leyen – non dovrebbero essere esagerati, ma bisogna prepararsi. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri » [2].
Anche attorno a Donald Trump, il candidato presidente USA dato per favorito alle elezioni prossimo novembre – salvo possibili interventi del “deep state” – girano voci che « sia la Russia che l’Ucraina “vogliono salvare la faccia, vogliono una via d’uscita” » [3].
Trump, scrive il Washigton Post, vorrebbe concludere « un accordo di pace tra la Russia e l’Ucraina entro 24 ore se eletto » [3]. Accordo che si baserebbe sulla rinuncia ucraina a Crimea e Donbass. In tal senso « l’intransigenza [ del partito di Trump, NdR ] contro ulteriori finanziamenti » all’Ucraina. L’idea dell’ex presidente sarebbe quella di « dividere la Russia dalla Cina », vista come avversario più pericoloso che Putin.
Ancora Alessandro Marescotti su Peacelink, spiega come « la retorica della “guerra giusta” ha spinto soldati ucraini contro un gigante militare ». Ma, si domanda, l’autore, « È davvero saggio intraprendere una guerra che potrebbe condurre alla perdita di numerosissime vite umane e alla distruzione di una nazione, solo per voler sconfiggere un avversario soverchiante? È la guerra nucleare una soluzione migliore del male attuale? » [4]. Sottolinea, quindi, « l’importanza della diplomazia come alternativa alla guerra ».
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Fonti e Note:
[1] Peacelink, 7 aprile 2024, Alessandro Marescotti, “La Nato apre alla trattativa: un nuovo scenario per risolvere la crisi in Ucraina”.
[2] RaiNews, 28 febbraio 2024, “Ucraina, von der Leyen: “La guerra non è impossibile, l’Europa si armi: libertà Ue in gioco””.
[3] Washigton Post, 7 aprile 2024, “Inside Donald Trump’s secret, long-shot plan to end the war in Ukraine”.
[4] Peacelink, 5 aprile 2024, Alessandro Marescotti, “Tre lezioni dalla guerra in Ucraina”.