In moltissimi casi i minori sono i testimoni di violenza domestica o intrafamiliare ai danni delle donne, mentre in altri casi risultano essere le vittime dirette della violenza. È quanto emerge dall’elaborazione inedita svolta nell’ambito di una collaborazione sperimentale di Save the Children con il Servizio Analisi Criminale, ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sui dati inseriti nell’applicazione SCUDO, relativi alle richieste di aiuto e intervento ricevute dalle Forze di polizia. Applicazione sviluppata dal Servizio per i Sistemi Informativi Interforze (SSII) della Direzione Centrale della Polizia Criminale (DCPC) in collaborazione con la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri e finalizzata a fornire un quadro riepilogativo delle informazioni connesse a precedenti interventi effettuati presso il medesimo indirizzo e a ricostruire e collegare i diversi episodi che coinvolgono presunti autori e vittime. L’elaborazione dei dati svolta insieme al Servizio Analisi Criminale, traccia un profilo inedito della violenza domestica contro le donne e della violenza assistita.
Qesti alcuni dei dati emersi dall’elaborazione: Nel 2023 in Italia, le richieste di aiuto e intervento per episodi di “violenza domestica o di genere” subita dalle donne sono state 13.793; nell’ambito degli interventi classificati per “presunte violenze domestiche/di genere” nei quali la presunta vittima è di sesso femminile, solo nell’1,5% dei casi l’autore risulta sconosciuto alla vittima; nel 61,5% dei casi l’autore risulta legato alla vittima da una relazione sentimentale, attuale o passata; nel 43,2% dei casi il coniuge/convivente o ex, nel 18,3% dei casi il partner o ex. Nell’ambito di tali violenze operate nei confronti della donna da parte di autori legati da relazioni sentimentali, attuali o passate, in due casi su cinque (42%) risultano esserci minori coabitanti; si registrano, inoltre, numerosi casi, ovvero 2.124 di violenza in cui le presunte vittime sono i minori, abbastanza equamente divisi tra i due sessi (51,1% femmine e 48,7% maschi); in più della metà dei casi (52%) si tratta di bambini e bambine di età pari o inferiore ai 10 anni; sono stati più di 5000 i minori conviventi coinvolti direttamente o indirettamente in episodi di violenza sulle donne e censiti negli interventi effettuati dalle Forze di polizia specificamente per “presunte violenze domestiche/di genere”.
La paura costante, il senso di impotenza e l’incapacità di reagire sono conseguenze che segnano la crescita delle bambine e dei bambini esposti alla violenza. Questi numeri restituiscono l’immagine di un fenomeno, quello della violenza subita dai minori all’interno delle pareti domestiche, sempre più rilevante nel numero degli eventi e potenzialmente grave per le conseguenze sullo sviluppo psico-fisico dei minori, che rischiano di subirne l’impatto nel corso della vita, anche da adulti. L’impatto psicologico su bambine, bambini e adolescenti coinvolti in questi gravi episodi di violenza è ancora più devastante nei casi di donne che muoiono a causa della violenza per le conseguenze profonde sull’intera sfera di vita degli orfani.
“Nell’ambito della proficua collaborazione con Save the Children abbiamo fornito il nostro contributo interforze in materia di analisi della violenza di genere e degli abusi sui minori, nella convinzione che la condivisione dei dati sia condizione necessaria al fine di favorire una migliore comprensione del fenomeno, nelle sue dimensioni e nelle sue tendenze evolutive e di agevolare la diffusione di una maggiore consapevolezza, individuale e sociale, circa il disvalore e la gravità della violenza domestica”, ha dichiarato Stefano Delfini, Direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Raffaela Milano, Direttrice Ricerca e Formazione di Save the Children Italia, ha sottolineato invece l’importanza di rafforzare le misure di prevenzione e di rilevazione precoce della violenza: “I dati messi a disposizione dal Servizio Analisi Criminali sono particolarmente significativi per esplorare un fenomeno ancora in larga parte sommerso. È una violenza che ha conseguenze molto gravi non solo per quei bambini e bambine che ne sono vittime dirette, ma anche per quelli che assistono e sono testimoni dei comportamenti violenti perpetrati ai danni della propria madre. Anche la violenza “assistita” lascia infatti ferite profonde difficilmente superabili”.
Qui per approfondire: https://www.savethechildren.it/blog-notizie/violenza-domestica-e-violenza-assistita-nuovi-dati.