Il Coordinamento Torino per Gaza ha promosso, sabato 30 marzo, una giornata di Digiuno per la Pace che ha avuto come punto centrale il banchetto in piazza Castello dalle 9 alle 20.
In mattinata si è unita all’iniziativa la 109° Presenza di Pace che in questa occasione si è focalizzata sull’intollerabile condizione umanitaria di Gaza.
In questo momento si sta usando lo strumento del digiuno per Gaza in varie città italiane; ad esempio a Mestre è in atto un digiuno dallo scorso febbraio.
Gianni D’Elia del Centro Studi Sereno Regis ha spiegato, nel suo intervento, l’idea e le motivazioni che stanno alla base dell’iniziativa; il digiuno è una forma di lotta nonviolenta e simbolica che corrisponde anche ad una riflessione e ad una esperienza personale; chi digiuna si rende conto che la debolezza derivata dalla carenza di cibo si può trasformare in forza, che digiunare è una forma di addestramento per recuperare forza interiore da utilizzare per le cause migliori.
Al digiuno come forma di protesta sono sempre associate delle richieste specifiche; ieri si è digiunato
- per il cessate il fuoco, di tutti i fuochi. Si impedisca il genocidio e si ponga termine alla pulizia etnica del popolo palestinese che va avanti almeno dal 1948.
- Per la fine dell’occupazione dei territori palestinesi,
- Per la liberazione dei prigionieri di entrambi le parti,
- Per l’immediato soccorso alla popolazione palestinese e il ripristino dei finanziamenti all’Unurwa,
- Per negoziati permanenti che cerchino soluzioni di pace e sicurezza per tutti i popoli del Medio Oriente.
Ci si poteva unire al digiuno in piazza Castello, come hanno fatto diversi ragazzi delle moschee presenti in Ramadan ed altre persone che sono passate la banchetto, oppure da altri luoghi, comunicando via email l’adesione.