Tra le 200 e le 300 persone, ieri a Palermo, dopo essersi date appuntamento a piazza dell’Indipendenza e aver attraversato la Porta Nova, hanno sfilato tra le strade del capoluogo siciliano per sostenere il popolo della Palestina massacrato dai sionisti di Israele. Giovani dei Centri Sociali e delle Case del Popolo, anarchici e donne e uomini irriducibili attempati fedeli a quel comunismo che mai c’è stato, hanno risposto “presente” alla chiamata della comunità palestinese e islamica della città. Tutti assieme chiedevano la fine del genocidio in corso sul lato orientale del comune mar Mediterraneo, a Gaza, e la Liberazione della Palestina dall’occupazione neo-coloniale.
Ieri, 30 marzo, manifestazioni come quella di Palermo si sono svolte in diverse città del mondo. Era, infatti, il “Giorno della Terra”, l’anniversario di quel 30 marzo 1976 in cui l’esercito di Israele tentò di fermare col sangue le proteste palestinesi contro le confische dei terreni agricoli.
Tante, moltissime, le bandiere della Palestina. Una lunga oltre dieci metri ha aperto il corteo. Molte pure le bandiere che indicavano le individualità di tutte le cellule comuniste presenti: quella del Partito Comunista dei Lavoratori, dei CARC, dei Proletari Comunisti, della FGCI, di Antudo. Presenti anche quelli di Sinistra Libertaria – che sul conflitto hanno una posizione particolare – e le bandiere dei sindacati Slai-Cobas e di Asia-Usb. C’era pure una folta delegazione di Potere al Popolo, guidata da Benedetto Prestifilippo e Pietro Milazzo. Alcuni di loro giunti dopo ore di viaggio pure da Trapani, Ragusa, Caltanissetta. Tutti uniti nell’azione seppur divisi nella teoria, in una giornata in cui lo scirocco ha annunciato l’arrivo dell’estate.
“Palestina Libera”, “Con la Resistenza palestinese, contro l’assedio genocidio di Gaza. Il vero terrorista è lo stato”, “Rompiamo ogni complicità tra Italia e Israele”, “Insieme per il cessate-il-fuoco permanente, fine della occupazione della Palestina”, “Solidarietà ai militanti di Antudo. Giù le mani da chi lotta contro ogni guerra”, questi alcuni degli striscioni del corteo.
Mancavano invece le bandiere di quei partiti di sinistra ormai esistenti solo appena sui social, ma che non hanno più alcun radicamento sul territorio, almeno qui, quali Rifondazione Comunista, Unione Popolare, il PCI, la Sinistra Italiana – Verdi. Mancava pure la bandiera della lista elettorale di Michele Santoro: Pace, Terra e Dignità. Assente, purtroppo, anche la Città; la Palermo “che lavora”, che “produce”, che “consuma”. Erano impegnati negli ultimi preparativi delle gigliate di pasqua e pasquetta.
Assenti, era ovvio, pure i media dominanti. Nessuno deve documentare la manifestazione a favore della Palestina. E’ l’ordine della “democrazia liberale”, per essa è il militarismo la garanzia della Pace, come spiegava Trotsky!
Significativo il percorso del corteo scelto dagli organizzatori: tra le strade del quartiere Ballarò, tra i poveri, gli sfruttati, gli emarginati, tra gli immigrati che qui che risiedono e lavorano. Si è dato loro un forte segnale di vicinanza. Diversi gli arabi che uscivano dai loro negozietti e ristoranti per “abbracciare” virtualmente i manifestanti.
Significativo, ancora, per noi scoprire ieri a Palermo, mentre ci avvicinavamo al luogo di partenza del corteo, nei pressi della “piazza della vergogna” dove c’è la sede del Municipio, la targa di una viuzza, la via Calderai, la cui tabella riporta il suo nome in tre lingue: l’italiano, l’ebraico e l’arabo.
Un forte segnale che un altro mondo è possibile, senza conflitti, con una pacifica convivenza senza distinzioni di colore della pelle, etnia, religione.