25 marzo 2024 – Mentre una protratta ondata di calore e la siccità colpiscono diversi Paesi dell’Africa orientale e meridionale, l’UNICEF lancia l’allarme sulla terribile situazione in cui si trovano le comunità vulnerabili che stanno sopportando il peso del cambiamento climatico.
Nella regione, 45 milioni di bambini stanno affrontando crisi multiple e spesso sovrapposte intensificate dal cambiamento climatico, tra cui epidemie di colera, malnutrizione, siccità e inondazioni.
Il fenomeno El Niño del 2023-24, uno dei più forti mai registrati, sta aggravando condizioni già difficili. El Niño ha peggiorato i modelli climatici regionali, causando condizioni di siccità e precipitazioni irregolari, con conseguenti ripercussioni sulla produzione agricola e un peggioramento delle epidemie.
“La crisi climatica è una minaccia reale per i bambini e le comunità dell’Africa orientale e meridionale. Gli stessi elementi di cui i bambini hanno bisogno per sopravvivere e prosperare, tra cui acqua pulita, cibo, riparo, apprendimento e sicurezza, vengono compromessi dagli shock climatici. Le chiusure delle scuole compromettono i traguardi raggiunto nel campo dell’istruzione. Le comunità che dipendono dall’agricoltura devono affrontare la perdita dei raccolti, con la conseguenza che i bambini diventano malnutriti o sono costretti a lavorare per sostenere la generazione di reddito. Le difficoltà di accesso all’acqua potabile espongono i bambini alle malattie, incidono sui mezzi di sussistenza e causano sfollamenti forzati”, ha dichiarato Eva Kadilli, Direttrice regionale dell’UNICEF per l’Africa orientale e meridionale.
Nel fine settimana, il Presidente del Malawi ha dichiarato lo Stato di calamità in 23 dei 28 distretti del Paese, a causa delle conseguenze di El Niño. Piogge inadeguate, inondazioni e periodi di siccità protratti hanno causato gravi danni alle colture e alla produzione alimentare, con un impatto su due milioni di famiglie (un numero stimato di 9 milioni di persone, tra cui 4,59 milioni di bambini).
In Sud Sudan, i bambini e i giovani sono tra le persone più a rischio per la crisi climatica.
A causa di un’ondata di caldo estremo, le autorità hanno recentemente ordinato la chiusura delle scuole per due settimane e ai bambini è stato consigliato di rimanere in casa perché si prevede che le temperature raggiungeranno i 45°C, con un impatto su 2,2 milioni di studenti.
In Zambia, il governo ha recentemente dichiarato l’emergenza nazionale per la siccità che ha colpito ampie zone del Paese, colpendo 6,5 milioni di persone, tra cui 3 milioni di bambini. Questo avviene in seguito alle devastanti inondazioni che hanno aggravato l’epidemia di colera nel Paese, con oltre 22.000 casi e con bambini colpiti in modo sproporzionato. Con l’aumento delle temperature e la scarsità di risorse idriche che spingono le famiglie sull’orlo del baratro, i bambini corrono rischi maggiori di malnutrizione, disidratazione e malattie. Si prevede che quest’anno 2,4 milioni di persone soffriranno di grave insicurezza alimentare.
In Zimbabwe, il fenomeno El Niño ha sconvolto i modelli di precipitazioni, causando una prolungata siccità. Le famiglie stanno affrontando l’insicurezza alimentare, la scarsità d’acqua e una maggiore vulnerabilità, anche alla violenza e allo sfruttamento. Queste sfide arrivano in un momento in cui il Paese sta rispondendo anche alle epidemie di colera e di poliomielite, che potrebbero portare a una grave crisi per i bambini.
In Madagascar, si prevede che le precipitazioni limitate nel Grande Sud annulleranno i risultati marginali ottenuti nel 2023 e faranno precipitare questa fragile zona in una nuova crisi umanitaria. Più di 262.000 bambini sotto i 5 anni sono già gravemente malnutriti nella regione.
L’impatto di El Niño non si limita alle condizioni di siccità. Alla fine dello scorso anno, forti piogge e inondazioni hanno colpito parti della regione dell’Africa orientale, tra cui Etiopia, Kenya e Somalia. Queste inondazioni hanno causato la perdita di vite umane, l’interruzione dei mezzi di sussistenza e lo sfollamento delle comunità, con oltre 5,2 milioni di persone colpite.
In risposta ai cambiamenti climatici e ad altre crisi nella regione, l’UNICEF sta lavorando attivamente per salvaguardare i bambini attraverso programmi e servizi progettati per l’adattamento. Ciò include:
Garantire che i bambini gravemente malnutriti e le donne in gravidanza e in allattamento siano raggiunti da servizi di cura e che i bambini in tutte le aree colpite siano raggiunti da interventi di prevenzione, come alimenti ricchi di nutrienti e integratori di micronutrienti, consulti e trasferimenti di denaro.
Costruire sistemi scolastici in grado di rispondere agli shock, preparati e in grado di garantire la continuità dell’apprendimento durante e dopo le crisi. Ciò include investimenti in molteplici modalità di apprendimento a distanza, digitali e non, accessibili a tutti i bambini, compresi quelli più vulnerabili.
Collaborare con i partner per trovare soluzioni idriche resilienti al clima, anche ampliando il lavoro sulla mappatura delle acque sotterranee e sui sistemi di gestione.
Rafforzare i sistemi sanitari per renderli più resilienti e accessibili.
Poiché anche i fattori socio-culturali influenzano in modo significativo le decisioni e le pratiche all’interno delle comunità durante le crisi, l’UNICEF si concentra sulla comprensione e sulla gestione di questi fattori e lavora con le comunità per garantire un accesso equo alle informazioni, al supporto e alle soluzioni.
“È preoccupante che le condizioni meteorologiche estreme siano destinate a diventare la norma nell’Africa orientale e meridionale nei prossimi anni. Mentre lavoriamo per migliorare la resilienza dei bambini, delle famiglie e delle comunità rafforzando i servizi sociali che rispondono agli shock, dobbiamo anche unirci per ridurre gli effetti del cambiamento climatico sulle popolazioni vulnerabili della regione”, ha dichiarato Kadilli.
“Continuiamo a chiedere ai partner di dare priorità agli investimenti per l’adattamento e la mitigazione del clima, nonché per sistemi in grado di resistere all’intensificarsi degli shock provocati dal cambiamento climatico. Senza risposte sostenibili, il futuro dei bambini è in bilico. Dobbiamo intraprendere un’azione decisiva ORA per garantire che non solo sopravvivano, ma che prosperino negli anni difficili che ci attendono”.