L’impiego illegale di spyware contro i giornalisti, l’uso di azioni legali abusive contro i giornalisti per ostacolare il loro lavoro investigativo e la situazione precaria di molti giornalisti in esilio, in particolare dalla Russia e dalla Bielorussia, sono alcune delle principali preoccupazioni espressa dalle organizzazioni partner della Piattaforma del Consiglio d’Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti nella loro relazione annuale 2024.
La piattaforma è stata istituita dal Consiglio d’Europa nel 2015, in collaborazione con importanti ONG internazionali attive nel campo della libertà di espressione e delle associazioni dei giornalisti, per fornire informazioni che possano servire come base per il dialogo con gli Stati membri su possibili azioni protettive o correttive. I 15 partner sono la Federazione europea dei giornalisti, la Federazione internazionale dei giornalisti, l’Associazione dei giornalisti europei, Articolo 19, Reporter senza frontiere, il Comitato per la protezione dei giornalisti, l’Indice sulla censura, l’International Press Institute, l’International News Safety Institute, Rory Peck Trust, Unione europea di radiodiffusione, PEN International, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, Free Press Unlimited e la Fondazione Giustizia per i giornalisti.
Pubblicato con il titolo “Libertà di stampa in Europa: è ora di invertire la tendenza“, il rapporto (che copre i 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, nonché la Russia, in seguito alla sua espulsione dal Consiglio d’Europa nel 2022, e la Bielorussia) valuta le principali questioni che minano la libertà di stampa – tra cui minacce e intimidazioni, detenzione, legislazione restrittiva, azioni legali abusive, cattura di media e attacchi ai media di servizio pubblico – ed emette raccomandazioni per affrontarle.
Nel 2023, i partner della piattaforma hanno pubblicato 285 avvisi su gravi minacce o attacchi alla libertà dei media in Europa, rispetto ai 289 avvisi nel 2022. Sebbene nel 2023 il numero di giornalisti uccisi e la violenza di strada contro di loro siano diminuiti, gli allarmi sulla piattaforma mostrano una crescente varietà di minacce, pressioni e vincoli sotto i quali i giornalisti devono svolgere il proprio lavoro. Il rapporto sottolinea che la libertà dei media e la sicurezza digitale dei giornalisti continuano a essere minacciate dall’uso continuo della tecnologia spyware per sorvegliare giornalisti e attori dei media, e che la responsabilità per gli abusi denunciati continua a essere evasiva.
Vi è inoltre un numero senza precedenti di operatori dei media in Europa – provenienti in particolare dalla Russia e dalla Bielorussia – costretti all’esilio all’estero a causa di rischi fisici per la loro vita e libertà, procedimenti giudiziari, minacce e intimidazioni, che spesso continuano una volta in esilio contro di loro e le loro famiglie. Nel 2023, la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha continuato ad avere effetti significativi sulla libertà dei media e sulla sicurezza dei giornalisti. Due giornalisti – Bohdan Bitik e Arman Soldin – sono stati uccisi mentre lavoravano in Ucraina e molti altri sono rimasti feriti. Un altro collaboratore dei media, la guardia di sicurezza Pal Kola, è stato ucciso in un attacco alla stazione televisiva Top Channel in Albania. Al 31 dicembre 2023, 55 giornalisti e operatori dei media erano detenuti negli Stati membri del Consiglio d’Europa – compresi i territori ucraini occupati dalla Russia – e 65 in Russia e Bielorussia, dove si è intensificata la repressione nei confronti dei giornalisti indipendenti. La Russia è tornata alla pratica della presa di ostaggi istituzionalizzata, arrestando i giornalisti statunitensi Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva.
Nel 2023 sono stati aggiunti alla Piattaforma cinque casi di impunità per omicidio di giornalisti, quelli riguardanti Sokratis Giolias e Giorgos Karaivaz (Grecia), Aleh Byabenin (Bielorussia), Milan Pantić (Serbia) e Yuri Shchekochikhin (Russia). Alla fine dell’anno erano pervenute 30 segnalazioni di impunità per omicidio riguardanti 49 operatori dei media attivi sulla piattaforma. Il caso del giornalista ucraino Viacheslav Veremii è stato dichiarato chiuso.
Un’altra tendenza evidenziata nel rapporto è che la libertà dei media è stata ostacolata da azioni legali abusive, tra cui la Strategic Lawsuit Against Public Participation (SLAPPS), avviata da politici e attori economici sulla base delle leggi nazionali sulla tutela della reputazione, con l’obiettivo di molestare giornalisti e media esponendoli a condanne penali, al pagamento di ingenti risarcimenti per danni e a pesanti multe.
Nel rapporto, i partner esprimono il loro sostegno alla campagna del Consiglio d’Europa per la sicurezza dei giornalisti “Journalists Matter”, lanciata nell’ottobre 2023, e invitano gli Stati membri ad attuare riforme dei sistemi di polizia e giudiziari per rispettare pienamente le norme della Raccomandazione del Comitato dei Ministri del 2016 sulla protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti e degli altri attori dei media.
Qui per approfondire: https://fom.coe.int/en/accueil