Quella in scena in questi giorni al teatro Quirino di Roma è una delle migliori riduzioni della commedia “Pensaci, Giacomino!”, che Luigi Pirandello scrisse nel 1916. Il nucleo della pièce fu tratto dalla novella omonima del 1910, poi trasposta in siciliano e quindi in italiano: il tema dell’opera, il coraggio di pensare con la propria testa, era universale e una lingua più diffusa meglio si adattava. Racconta un evento che ai nostri giorni non sarebbe scandaloso (protagonisti sono una coppia che fa un figlio prima del matrimonio e un anziano professore che li aiuta), ma l’indagine psicologica risulta attualissima: non è mutato infatti l’atteggiamento di chi, soggiacendo a rituali e convenzioni accettate, perde di vista il rapporto umano. I social network che influenzano la pubblica opinione e i tentativi di controllo attraverso di essi sono lo specchio della nostra cultura. In “Pensaci, Giacomino!” Pirandello rappresentava l’ipocrisia sociale del tempo, le maschere con le quali la gente comune travestiva la personale mancanza di principi etici e di empatia verso il prossimo.
Nella riduzione al Quirino l’attore Pippo Pattavina – nei panni del professor Toti, l’uomo che pensa con la propria testa – riesce a trasmettere con naturalezza il carattere di chi, per quanto messo ai margini, non è sconfitto. Non un vecchio, ma un saggio, intelligente e padrone della propria vita. Colui che esprime la propria identità con coraggio, in un ambiente che tende all’omologazione una persona difficile a trovarsi. Ottima la regia, bravo e affiatato l’intero cast, sapiente la scenografia che, attraverso porte virtuali, rende bene l’idea di un mondo in movimento.
“Pensaci, Giacomino!” narra del professor Toti (Pippo Pattavina), un insegnante ormai vecchio e privo di autorità, che decide di prendere in moglie la giovanissima Lillina, figlia del custode del liceo, per mantenerla e assicurarle, anche dopo la sua morte, la propria pensione. Mai sposato, Toti non ha eredi. Quando il vecchio fa la proposta alla ragazza, Lillina confessa al professore di essere incinta di Giacomino, un giovane che in passato è stato suo allievo. Toti non si scompone e, intenzionato a proteggere lei e il figlio – per evitare un grosso scandalo e dare un futuro a una famiglia senza mezzi – accetta il matrimonio con l’intenzione di formare un ménage à trois, trovando pure un lavoro a Giacomino. Domani, pensa il buon uomo, i tre torneranno a essere insieme dopo la sua scomparsa. Toti sposa Lillina, mantiene lei e il nascituro e permette a Giacomino di venirli a trovare. I genitori della ragazza e la sorella di Giacomino, giudicando la situazione incresciosa e compromettente, preoccupati delle malelingue del paese, faranno di tutto per osteggiare la vita dei tre e del bambino, inviando al vecchio le autorità del luogo per convincerlo a scomparire andando in pensione. Riusciranno i pregiudizi a distruggere questa famiglia allargata?
La commedia è a tratti esilarante e riesce a commuovere con un finale eloquente e inaspettato, che per chi non l’avesse mai vista non voglio svelare.
Teatro Quirino di Roma – Via delle Vergini 7
Fino al 24 marzo 2024
Progetto Teatrando presenta “Pensaci, Giacomino”, di Luigi Pirandello
Con
Pippo Pattavina, Debora Bernardi, Diana D’Amico, Francesca Ferro, Giuseppe Parisi, Giampaolo Romania, Riccardo M. Tarci, Aldo Toscano
Scene: Salvo Manciagli
Direttore di scena: Franco Sardo
Regia: Guglielmo Ferro