Dopo le udienze del 20 e 21 febbraio, torniamo in piazza per Julian Assange.

Il tribunale londinese dopo aver ricevuto l’integrazione di documenti dalla famiglia, si preparerebbe ora per la sentenza finale: estradizione in USA.

Tutto il mondo punta gli occhi su questi giudici che decidono della vita di un giornalista investigativo senza eguali. Con la piattaforma Wikileaks, Assange è riuscito a documentare gravi fatti operati dai governi del pianeta. Tra cui i crimini di guerra in Iraq e Afghanistan compiuti dall’esercito USA. Dal 2010 non è più una persona libera e da 5 anni è imprigionato nella Guantanamo inglese, Belmarsh. Se fosse estradato  lo attendono 175 anni di carcere.

Si tratta della volontà congegnata tra stati, per farlo morire e sparire. Per dare una lezione  a tutti i giornalisti investigativi  che vogliono perseguire la propria professione con coscienza. Un colpo durissimo alla libertà di stampa e alla democrazia che su quella libertà si regge.

Noi saremo in piazza per rivendicare la libertà di Julian Assange. E insieme il diritto all’informazione e alla verità che ogni cittadina e cittadino deve poter avere. Insieme a noi tanti eventi in  Italia e in varie parti del mondo. Teniamo alta l’attenzione. Facciamo ognuno e ognuna la nostra parte.