Oggi oltre un migliaio di studenti in piazza a Palermo. Il corteo dei manifestanti è partito da piazza Verdi (al Massimo), attraversando il centro storico sull’asse di via Maqueda fino all’ex Provincia a Palazzo Comitini, ora sede della Città Metropolitana.
Stop alla repressione contro la criminalizzazione del movimento e per dire basta al genocidio del popolo palestinese perseguito dall’esercito sionista, cinico colpevole dell’ultima barbarie che – fra tante altre consumate che hanno visto la distruzione di scuole ed ospedali – gli annali di storia ricorderanno come la “strage della farina”.
Nel corso della manifestazione la bandiera palestinese e quella della Pace hanno sventolato tutto il tempo accompagnando il serpentone studentesco, segni incontrovertibili che hanno unito questi giovani sotto il comune vessillo del pacifismo senza se e senza ma.
Oltre al più gettonato slogan “PALESTINA LIBERA”, una particolare menzione meritano i cartelli issati da un gruppo di ragazze per la carica emotiva trasmessa:
“SE ISRAELE NECESSITA UN MINUTO DI SILENZIO, ALLORA LA PALESTINA MERITA CHE IL MONDO NON PARLI MAI PIÙ”;
“TUTTE LE IDEE VANNO RISPETTATE. IL FASCISMO NO. NON È UNA IDEA È LA MORTE DI TUTTE LE IDEE”;
“RICORDARE NON BASTA / RESTIAMO UMANI / RESTIAMO ANTIFASCISTI“.
I giovani con i loro slogan hanno voluto anche rappresentare alla cittadinanza palermitana la piena solidarietà verso i giovani picchiati selvaggiamente a colpi di manganello in quel di Pisa, le cui immagini vergognose hanno fatto il giro del pianeta e che ha visto l’indignazione di tutto il mondo democratico e antifascista.
Quella securitaria, viene rilevato, da tempo è una prassi repressiva sperimentata in molte altre città, come abbiamo visto in questi giorni, esercitata con scientifica prevenzione e che rischia di diventare una sorta di “costante “istituzionale”, riducendo il conflitto sociale ad una “questione di odine pubblico”. In questo senso molti cartelli hanno voluto mettere in evidenza questo pericolo. Eccone alcuni molto incisivi:
“GIOVANI MANGANELLATI DIRITTI VIOLATI”;
“GLI STUDENTI NON SI TOCCANO”;
“STUDENTI MANGANELLATI MA MAI PIEGATI”;
“QUANDO L’OPPRESSIONE DIVENTA LEGGE LA RESISTENZA DIVENTA DOVERE”;
“ART.21 – TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA O SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE”.
Insomma una manifestazione ricca di contenuti con un grande capacità comunicativa.