“Cammino per creare sentieri di pace – Cessate il fuoco – Stop genocidio a Gaza – No armi, No bombe su Gaza – Stop bombe sui civili – Fermare la produzione e la vendita di armi – Le guerre si fanno con le armi. Riconvertiamo l’industria bellica e la spesa militare in spesa sociale – Commercio delle armi = Morte e distruzione. Basta! – Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai – È questa l’umanità del XXI secolo? – Fuori la guerra dalla Storia“.
Questo il contenuto delle scritte riportate sulle bianche pettorine di alcune partecipanti al “Cammino per la pace“ svoltosi stamani dal Crocevia di Sarezzo alla Beretta di Gardone Valtrompia e depositate sul “Ponte della Vittoria” antistante lo stabilimento a Beretta.
Un Cammino organizzato dal movimento «Donne in cammino per la pace» con l’intento di raccogliere il testimone delle «Donne del sole» palestinesi e delle «Donne che osano la pace» di Israele per sensibilizzare sull’urgenza della pace in opposizione alla violenza inaudita della guerra.
Ciò si è reso tanto più necessario in una Valtrompia dove persiste da secoli la cultura dominante delle armi e dove, nonostante questo limite, durante la Resistenza al nazifascismo molte persone sacrificarono la propria vita per l’avvento di un mondo di pace e di democrazia.
Sei chilometri e mezzo è stata la lunghezza del silenzioso cammino, svoltosi tra striscioni “Cessate subito il fuoco a Gaza” e il plauso di studenti e insegnanti del Primo Levi di Sarezzo; iniziato dinanzi alla lapide memoriale dell’antifascista Luigi Gatta martirizzato il 13 novembre 1943 dalla banda nazifascista Sorlini e transitato dinanzi alle pietre d’inciampo di quattro antifascisti saretini deportati per opera della stessa criminale banda per finire assassinati a Mauthausen.
Un nuovo “cammino di pace” solcato dunque sul percorso della Resistenza antifascista per portare alla cittadinanza democratica attuale nuova consapevolezza rispetto alla violenza bellica imposta dalla subcultura di morte dominante del presente, che non deve essere considerata ineluttabile, soprattutto quando crea continuità di morte e distruzione tra popolazioni disumanizzate e private dei diritti vitali più elementari.
Magda Fontana