Gianni Girotto, ancor prima di essere senatore del M5S e membro della Commissione Industria e Energia, è da tempo persona impegnata in battaglie sui problemi energetici ed ecologici.
Gianni, alcuni giorni fa tu hai nuovamente denunciato la decisione dell’Italia di recedere dalla Carta internazionale dell’Energia: puoi spiegare cosa è successo e perché?
Con un comma nella legge di stabilità l’Italia recede da un trattato europeo importante sull’energia, punto di riferimento per molti operatori delle rinnovabili che hanno fatto appello contro le decisione di revisioni retroattive degli incentivi in Italia e Spagna. Questo è un doppio errore, da un lato recediamo da impegni presi, dall’altro L’uscita non riduce le garanzie e le tutele per chi le aveva precedentemente già acquisite, quindi non porterà nessun risparmio, che era il motivo principale dell’uscita. Inoltre da ora in poi non ci si potrà più appellare per nuovi casi.
A livello europeo ed internazionale si notano tendenze a ricorrere di più alle energie rinnovabili, anche da parte di enti e aziende una volta insensibili a questi temi; il recente convegno in Vaticano ne è un esempio; cosa succede in Italia?
L’Italia governata da Renzi va nella direzione opposta ai temi della sostenibilità. I provvedimenti fino ad ora adottati dal Governo hanno favorito il settore delle fonti fossili e dell’inquinamento ambientale ed ostacolato gli interventi di efficientamento energetico e per la produzione di energia da fonte rinnovabili. Lei ha citato un evento importante che si è tenuto in questi giorni a Roma tra Papa Francesco e il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. E’ gravissimo e significativo che i media italiani non abbiano dato alcun risalto ai temi discussi sul cambiamento climatico, tra l’altro anche alla presenza del Presidente Mattarella, in attesa della prossima enciclica papale che riguarderà questi temi. Probabilmente per la stampa di regime questi argomenti è meglio non farli conoscere, altrimenti qualche azienda potrebbe perdere utili!
C’è chi dice che abbiamo passato il punto di non ritorno. A tuo avviso quali sono i margini di manovra, a livello economico e politico, affinché non si vada verso la catastrofe ambientale?
Non bisogna mai perdere la speranza. Abbiamo tutte le tecnologie per intervenire positivamente ed evitare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici. Voglio ribadire ancora una volta che la scelta verso la sostenibilità, consumare meno energia e produrla senza emissioni, è obbligatoria. Non abbiamo altre strade per il futuro. Si tratta di riconvertire un sistema industriale insostenibile per la sopravvivenza della Terra verso un modello ambientalmente sostenibile che possa garantire l’accesso delle risorse fondamentali a tutti gli esseri viventi.
Cosa può fare il singolo cittadino per contribuire al “cambio di passo” e di mentalità che serve?
Il singolo può fare moltissimo, e non è un modo di dire. Infatti se per i suoi acquisti di prodotti bancari, assicurativi, energia elettrica e gas, e generi alimentari, privilegiasse le realtà etico/solidali, che esistono e sono estremamente solide e diffuse in tutta Italia, costringerebbe matematicamente le grandi multinazionali a cambiare modo di operare, in meglio. È quello che dicono sia le Associazioni di Consumatori, sia grandi uomini come Padre Zanotelli; “votate col portafoglio”.
Noi tutti i giorni siamo sul territorio per fare luce sui misfatti ambientali e portare le nostre proposte. Anche oggi, domenica 3 maggio, siamo stati in diverse località del Veneto. Peccato che, pur con la presenza di 5 Parlamentari, a visionare i problemi e confrontarci con le realtà locali non vi erano giornalisti nè locali nè nazionali. Speriamo che anche la Politica non sia sorda alle denunce dei cittadini.