Paola Gianotti è in viaggio con la sua gravel da Helsinki a Parigi. Non so quanti confini abbia passato dalla Finlandia, ma quello di oggi è l’ultimo.

E’ passata dal Belgio alla Francia. Ora è a Saint Augustin. Da Bruxelles oggi ha percorso 140 km, 7 ore di pioggia. Sta lavando tutti i vestiti per riuscire a presentarsi in modo dignitoso in ambasciata a Parigi. La capitale francese è l’ultima tappa della #cyclingnoborders.

Sul confine tra Belgio e Francia ha trovato un cartello capovolto. Non è una stranezza, ne sono stati rovesciati migliaia. E’ stata una delle forme di protesta degli agricoltori francesi. Lo racconta bene Il Post in QUESTO ARTICOLO.

Le proteste che dalla fine dicembre hanno portato i trattori in strada hanno delle motivazioni serie. La redditività della terra è bassissima. Il modello è sempre quello dell’agroindustria, appezzamenti sempre più ampi. Il numero di Altreconomia di questo mese parla giustamente di ritorno al latifondo. Si dipende sempre più dalla chimica. Non si fa la rotazione dei terreni. Così la terra perde fertilità e la salute di chi la lavora è compromessa. Si sprecano risorse.

Il tema ha a che fare con M’Illumino di Meno. E’ evidente che energeticamente il consumo di una trattore gigante non è irrilevante. Come è evidente che l’importazione di prodotti da lontano non è sostenibile.

Bisogna cambiare modello. Non è facile ma è necessario. Non è facile perché siamo sempre di più e tutti abbiamo diritto al cibo e, aggiungiamo, a un cibo buono, pulito e giusto.

Torniamo a Paola. Lei da tempo si è posta il problema. Il vegetarianesimo è una possibile soluzione. La monocoltura di mais in pianura padana è insostenibile. E si coltiva mais per gli allevamenti intensivi.

Bisogna ridurre le distanze, accorciare le filiere, sprecare di meno, pagare il giusto i produttori. E consentire ai produttori di vivere con dimensioni di appezzamenti agricoli minori.

“Il piccolo contadino non esiste più” scriveva Maggiani in un bell’intervento di qualche giorno fa su La Stampa “semplicemente perché non può più vivere del suo lavoro”.

“Gli eredi della grande rivoluzione mazziniana, la terra a chi la lavora, capitale e lavoro nelle stesse mani, i figli e i nipoti di coloro che si erano conquistati i cinque ettari sufficienti se ben impiantati a mantenere una famiglia e mandare almeno un figlio a studiare, oggi con quella terra non ci pagherebbero nemmeno gli attrezzi per lavorarla.”

Beh, comunque i trattoroni sono ben sovvenzionati dalla tanto vituperata UE, altrimenti nessun contadino potrebbe acquistarli.

Ieri Paola è entrata con la bici dentro al Parlamento Europeo. Caterpillar era in onda da lì. Edizione speciale per la Giornata della radio e per M’Illumino di Meno.

Paola ha raccontato delle ottime ciclabili trovate dall’estremo nord finlandese fino ai Paesi Bassi. Ora la ultra ciclista è passata in Francia: niente più ciclabili, strade condivise con le macchine. Certo c’è rispetto della distanza di un metro e mezzo nel sorpasso del ciclista; ma non da parte di tutti. Quelli che le hanno schizzato l’acqua con cui si è inzuppata non erano molto attenti.

“Pedalare è libertà, è felicità. Ti fa tornare bambino. Più bici per tutti!” ha detto ieri in chiusura dell’intervento dal Parlamento europeo.

E aggiungiamo, rubandole lo slogan della sua campagna per la sicurezza stradale: rispettate il ciclista.