Nel 2022, secondo la recente indagine di Banca d’Italia, la spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta di 9,3 € rispetto al 2021, raggiungendo l’importo di 104 €. La variazione della spesa è legata alla crescita sia delle spese fisse sia di quelle variabili, che hanno contribuito rispettivamente per il 63,4 % e per il 36,6 %  all’aumento complessivo. L’apporto più significativo è attribuibile alle spese fisse e in particolare ai canoni; le spese variabili sono cresciute sia per effetto della maggiore operatività della clientela sia per l’aumento dei costi delle operazioni.

La crescita della spesa dei conti correnti online è stata invece molto meno pronunciata e pari a 0,7 €, raggiungendo l’importo di 33,7 €; la spesa di gestione dei conti postali è passata da 58,0 a 59,6 €. La commissione per la messa a disposizione dei fondi (MDF) applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta invariata e pari all’1,7% del credito accordato; la commissione unitaria di istruttoria veloce (CIV), applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente, è lievemente diminuita da 16,9 a 16,4%: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/indagine-costo-cc/indagine-costo-cc-2023/Indaginecosto-cc-2024.pdf.

E mentre il conto corrente bancario è sempre più salato, il 4,4% delle famiglie italiane resta senza conto corrente. Lo rileva  il rapporto “Inclusione finanziaria e microcredito. Con le comunità per contrastare la povertà e l’esclusione”, presentato a fine gennaio a Roma da Fondazione Finanza Etica. Il rapporto incorpora la 5^ indagine sull’inclusione finanziaria realizzata da Banca Etica e la 17^ edizione del Rapporto sul microcredito in Italia curata da c.borgomeo&co, analizzando una mole di dati proveniente da fonti istituzionali (Banca d’Italia e Istat).

Considerato quante famiglie vivono in Italia, e la loro numerosità media in termini di componenti, si può stimare in circa 1,1 milioni il numero di nuclei familiari italiani esclusi finanziariamente, per un totale di 2,3 milioni di individui.  Il dato aggregato – superiore alla media europea – diventa seriamente allarmante se si analizzano i singoli dati regionali. Fra le famiglie finanziariamente escluse, il 78,2% vive nel Mezzogiorno. Considerate le singole Regioni, in Campania e in Molise quasi il 20% della popolazione non ha accesso ad alcuno strumento finanziario; è circa il 12% in Calabria e Sicilia; meglio, ma sempre sopra la media nazionale, la situazione in Puglia e Basilicata (più del 5%).

Analoga situazione di divario territoriale riguarda le richieste di mutuo bancario (quasi 1,2 milioni di famiglie nel 2020): le richieste provenienti dal Mezzogiorno sono significativamente inferiori (29%) rispetto all’incidenza del Sud sulla popolazione nazionale (34%). La situazione è ancora più preoccupante se si prende in esame il tasso dei richiedenti esclusi (rifiuti e pratiche incomplete): 43% nel Sud e 39% nelle Isole, a fronte di un tasso di esclusione nazionale del 21%, stimabili complessivamente in circa 250 mila nuclei. I tassi di rifiuto più alti si riscontrano nel comparto del credito al consumo (30% di domande rigettate in tutto o in parte). Una chiusura, quella di centinaia di sportelli bancari registrata negli anni recenti, che ha inasprito le criticità nell’accesso ai servizi finanziari di base per le imprese e fenomeni di estromissione dai circuiti formali più vigilati per le persone “non bancarizzate”, con potenziali impatti importanti soprattutto su alcune categorie di cittadine e cittadini più fragili, e col rischio di generare terreni adatti al proliferare dell’usura.

Un altro tema di grande rilevanza e che sta assumendo proporzioni davvero allarmanti è poi il crescente sovra-indebitamento delle famiglie e delle imprese. In questo caso non si tratta solo di inclusione finanziaria, ma di arginare un progressivo aumento dei casi di espulsione dal sistema finanziario ordinario. Il sovra-indebitamento (stato di indebitamento che genera vere e proprie situazione di crisi e insolvenza), se non debitamente affrontato, distrugge in molti casi non solo gli equilibri personali e sociali, ma anche la condizione di cittadinanza economica delle persone: toglie loro i servizi finanziari e di pagamento essenziali per una normale condotta di vita. E a tal proposito, sul fronte microcredito, l’analisi condotta da c.borgomeo&co. mostra come nel 2022 attraverso 130 iniziative curate da soggetti pubblici ma anche privati (operatori di microcredito ex lege, fondazioni non bancarie, banche e fondazioni bancarie, associazioni non profit, enti religiosi e Mutue di Autogestione – MAG), siano stati concessi in Italia 15.679 prestiti (nel 2021 erano stati 15.239) per un valore complessivo di 213.71 milioni di euro (in calo rispetto ai circa 217 del 2021).

Nel 2022 si assiste a un significativo decremento del micro-credito per le famiglie (2.605 prestiti a fronte di 3.233 dell’anno precedente), mentre risultano in crescita i finanziamenti alle imprese esistenti (2.134 rispetto a 1.699 dell’anno precedente). Crescono significativamente, rispetto al 2021, i micro-crediti agli studenti (5.568 rispetto a 3.959 dell’anno precedente). Per gli operatori di micro-credito ex lege si registra un incremento del valore medio dei prestiti (18.849 euro contro i 17.888 euro del 2021), ma con una riduzione del numero di prestiti per operatore (68 contro gli 84 del 2021).

Benché il micro-credito abbia concesso migliaia di prestiti anche nel 2022, il panorama esaminato nel rapporto propone molte sfide da affrontare, e indica la necessità di incrementare risposte essenziali, sinergie tra banche convenzionali e istituzioni di micro-finanza, azioni specifiche di prevenzione delle situazioni più critiche. Numeri, scenari e strumenti vengono dunque indagati dalla ricerca, dove si sottolinea il contributo efficace, inclusivo, del modello rappresentato dalle banche etiche e da un ampliamento dell’offerta di micro-prestiti. La lotta contro l’esclusione finanziaria è infatti cruciale per garantire opportunità future di sviluppo sano, equo e diffuso a famiglie e imprese in difficoltà.

Qui per scaricare il Rapporto: https://finanzaetica.info/.