Cresce a livello globale il numero di minori che non frequentano la scuola, oggi a quota 250 milioni. Intanto, in Colombia, l’organizzazione non profit apre una nuova Scuola Internazionale gratuita per bambini e adolescenti vulnerabili.
Si celebra il 24 gennaio la Giornata Internazionale dell’Educazione, proclamata dall’ONU nel dicembre del 2018 per celebrare l’importanza dell’istruzione per la pace e lo sviluppo.
Still I Rise, organizzazione non profit da sempre orientata nell’assicurare istruzione di eccellenza ai minori più vulnerabili, inaugurerà all’indomani di questa ricorrenza la sua nuova Scuola Internazionale in Colombia. Un momento simbolico per sottolineare l’urgente necessità di democratizzare non solo l’accesso all’istruzione, ma anche all’alta qualità, per tutti i bambini del mondo.
L’emergenza educativa globale continua infatti ad aggravarsi di anno in anno. Secondo i dati dell’UNESCO relativi al 2023, sono 250 milioni i bambini e le bambine nel mondo che non frequentano la scuola, 6 milioni in più rispetto al 2021. Sono 617 milioni di bambini e adolescenti nel mondo a non essere in grado di raggiungere i livelli minimi di competenza in lettura e matematica, nonostante due terzi di loro abbiano accesso all’istruzione. La scuola, per loro, non fornisce adeguate competenze e adeguata formazione. A livello globale, il 16% dei minori non frequenta la scuola e un bambino su 10 non riceve l’istruzione primaria.
L’emergenza è ancora più grave nei Paesi a basso reddito, in 20 dei quali oltre il 90% dei bambini non è in grado di leggere o comprendere un testo di base alla fine della scuola primaria. La difficoltà di accesso all’istruzione è inoltre aumentata in questi Paesi rispetto al periodo pre-pandemia, passando dal 57% nel 2019 a una percentuale compresa tra il 68 e il 71%. E laddove l’istruzione viene impartita e garantita, non sempre si accompagna alla qualità e raramente si pone l’obiettivo di sviluppare il pensiero critico degli studenti.
«Spesso i bambini non scolarizzati vengono inseriti in una scuola da un ente di beneficenza o da un governo, che non guardano oltre ai numeri: può capitare che ci sia poca attenzione verso il raggiungimento dell’eccellenza», afferma Mike Fisher, Direttore dell’Educazione di Still I Rise. «Come organizzazione, ci focalizziamo sull’eccellenza dell’istruzione pur operando in aree molto disagiate: è questa la cosa più importante che facciamo».
La nuova scuola di Still I Rise in Colombia
La Still I Rise International School di Bogotà sorge nel quartiere di Ciudad Bolivar: qui si concentra il 31% delle baraccopoli della capitale colombiana e qui vive un’alta concentrazione di migranti venezuelani e di sfollati interni. Per i minori, il contesto è particolarmente grave: il sistema scolastico pubblico colombiano funziona solo per metà giornata a causa del sovraffollamento delle strutture e i bambini sono lasciati a lungo senza supervisione, aumentando le possibilità di lavoro minorile e di coinvolgimento nel narcotraffico. Stando ai dati dell’Unicef, circa il 16% degli adolescenti in Colombia non frequenta la scuola secondaria superiore.
«Sono immensamente orgogliosa sia del team locale, che di quello remoto per l’impegno profuso per l’apertura della nostra scuola», dichiara Laura Trujillo Muñoz, Program Manager di Still I Rise in Colombia. «Il percorso è stato impegnativo: Bogotà non è una città facile. Tuttavia, i nostri sforzi collettivi saranno senza dubbio ricompensati, perché avremo il privilegio di metterci al servizio dei bambini che ne hanno più bisogno».
La Still I Rise International School di Bogotà a pieno regime accoglierà 180 studenti. L’obiettivo è offrire gratuitamente a bambini e adolescenti profughi e vulnerabili locali un percorso educativo di eccellenza, quello dell’International Baccalaureate, seguendo lo stesso modello della Scuola Internazionale avviata in Kenya nel dicembre del 2020.
«Il modello educativo tradizionale e nozionistico impartisce lezioni, ma non sviluppa la creatività, la coscienza individuale e il pensiero critico», conclude Giulia Cicoli, Direttrice Comunicazione e Fundraising di Still I Rise. «C’è tanto lavoro da fare anche nelle scuole dei Paesi ad alto reddito, inclusa l’Italia, per migliorare non solo la qualità dell’istruzione, ma anche il modo in cui gli studenti sono coinvolti nella loro stessa formazione. È necessario democratizzare l’eccellenza dell’istruzione: solo così potremo un domani avere dei veri attori del cambiamento, capaci di incidere concretamente nelle loro comunità e nel resto del mondo».