In Russia per disobbedire alle sanzioni.

A fine gennaio partiremo per la Russia.

Giunti in Russia, Davide Tutino e Giuseppe Mastruzzo scambieranno i prodotti europei con quelli locali, in aperta disobbedienza alle sanzioni commerciali.

Per questo atto sono previsti da 2 a 6 anni di carcere, e da 25mila a 250mila euro di ammenda.

I professori Mastruzzo e Tutino saranno accompagnati da Marzia di Sessa, giornalista di 9Mq, e Don Diego Minoni, cappellano di questa missione di pace.

Occorre mettere fine a queste sanzioni, che colpiscono i popoli e rafforzano l’autoritarismo dei regimi in guerra.

Esse non sono finalizzate a costruire la pace, ma a ricostruire in seno all’Europa, tra Oriente e Occidente, un muro pagato col sangue degli ucraini e dei russi.

Perciò questa nostra disobbedienza è una missione di pace.

Occorre disobbedire a sanzioni che riducono l’Ucraina, l’Italia e l’Europa in miseria, determinando la militarizzazione del lavoro, l’asservimento dei lavoratori, e la trasformazione del Continente in una fabbrica d’armi e di soldati per le guerre a venire.

Perciò questa disobbedienza è anche una lotta sindacale e una missione di pace.

Occorre denunciare che queste sanzioni non sono strumenti diplomatici, ma armi di guerra.

In esse si saldano gli interessi del grande capitale finanziario e dell’industria bellica.

Esse spingono alla riconversione dei paesi europei in microeconomie di guerra, spinte a sottrarre diritti ai propri popoli.

Mentre scriviamo, altri 500mila ucraini sono chiamati al fronte, e le industrie europee si convertono in fabbriche di proiettili, di carrarmati e di aerei da guerra.

L’umanità ha bisogno di imboccare la via opposta, e uscire da questa crisi del capitalismo attraverso la smilitarizzazione mondiale, e la riconversione delle spese militari in spese civili.

Perciò la nostra disobbedienza è un manifesto politico e una missione di pace.

Disobbediremo quindi alle sanzioni imposte dal blocco militare occidentale, e suggellate dalla distruzione del gasdotto North Stream 2, atto di guerra nei confronti dell’Europa rispetto al quale attendiamo ancora verità e giustizia.

Se i giudici, come loro dovere, vorranno perseguire questa disobbedienza, dovranno anche confrontarsi con l’articolo 11 della nostra Costituzione, secondo cui “l’Italia ripudia la guerra.”

Di fronte ad essa le normative attuali appaiono sproporzionate, irragionevoli, inaccettabili.

Se invece i giudici si volteranno dall’altra parte, sapremo che a queste norme non è solo giusto e necessario, ma è anche legittimo disobbedire.

Forse non oggi, forse domani, ma quando un giudice avrà finito con questo caso, dovrà occuparsi dei corrotti e corruttori, ai vertici delle istituzioni, che hanno messo l’Italia e l’Europa contro se stessa.

Davide Tutino, Giuseppe Mastruzzo, Marzia di Sessa,  Don Diego Minoni

A breve si terrà una conferenza stampa online.
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