253 neonati e bambini sono stati evacuati in sicurezza dai centri di transito di Wad Madani, in Sudan, verso un luogo più sicuro del Paese, dopo lo scoppio dei combattimenti nello stato di Al Jazirah questo mese. Per molti bambini si tratta della seconda evacuazione, dopo che all’inizio dell’anno erano stati evacuati dagli orfanotrofi di Mygoma, a Khartoum, in seguito allo scoppio della guerra in aprile.
“La recente escalation del conflitto in Sudan, e il fatto che questi bambini abbiano dovuto spostarsi da aree precedentemente considerate più sicure, è un crudele promemoria del continuo tributo che la guerra sta avendo sui bambini”, ha dichiarato Mandeep O’Brien, Rappresentante dell’UNICEF in Sudan. “Il passaggio sicuro è stato reso possibile dalla cooperazione e dalla facilitazione di entrambe le parti in conflitto e dal sostegno di partner chiave. Tuttavia, finché i combattimenti continueranno, nessun bambino in Sudan sarà veramente al sicuro”.
I bambini evacuati da Khartoum a Wad Madani a giugno continuano a essere sotto la cura e la protezione del Ministero dello Sviluppo Sociale. L’evacuazione, condotta dal Ministero e sostenuta dall’UNICEF e dai partner, si è svolta nell’arco di due giorni.
L’UNICEF e i partner continuano a sostenere gli sforzi del Ministero per fornire ai bambini cure mediche, cibo e nutrizione, sostegno psicosociale, attività ludiche ed educative, aiuti a chi si prende cura dei bambini e sta collaborando con le autorità competenti e i partner per individuare famiglie affidatarie per i bambini.
In tutto il Sudan, oltre 14 milioni di bambini hanno urgente bisogno di aiuti umanitari salvavita, il numero più alto mai registrato nel Paese. La guerra in Sudan ha provocato la più grande crisi di sfollamento di bambini al mondo. Circa 3,5 milioni di bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa dei combattimenti. L’impatto dell’escalation della violenza – più della metà degli Stati del Sudan, 10 su 18, sono ora in conflitto attivo – continua a minacciare la vita e il futuro di famiglie e bambini, lasciando tagliati i servizi di base per la salute e la nutrizione, l’istruzione, l’acqua, i servizi igienico-sanitari e la protezione, con gli operatori in prima linea senza stipendio e molte strutture chiuse, danneggiate o distrutte.
L’UNICEF continua a chiedere un cessate il fuoco immediato in tutto il Sudan e ribadisce l’invito a tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani – anche garantendo la protezione dei bambini – e a facilitare un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli ai bambini e alle famiglie nelle aree colpite. Senza tale accesso, milioni di bambini vulnerabili non potranno usufruire di aiuti umanitari fondamentali e salvavita.