E’ uscito l’ultimo numero di Azione Nonviolenta (5/2023) chew affronta il più difficile dei conflitti, dando la parola a quei protagonisiti che, da una parte e dell’altra, pur divisi da muri e confini, cercano una via nonviolenta per un futuro comune. Le visioni di Gandhi e di Einstein, delle madri delle vittime, della donna rabbino, del dissidente palestinese, fino alle proposte di chi tradisce la propria parte per dialogare con l’altro.
Tutto in un numero della rivista, che è uno strumento di lavoro per andare oltre l’indignazione che paralizza, e lavorare per il cessate il fuoco immediato e un percorso di soluzione.
Vedi qui: https://www.azionenonviolenta.it/azione-nonviolenta-5-2023-due-popoli-una-sola-umanita/
Riproduciamo volentieri l’editoriale di Mao Valpiana
Il punto di vista di chi vive nel conflitto
Il nostro riferimento sono gli abbonati e i lettori di Azione nonviolenta, coloro che avendo scelto di acquistare la rivista, ne rendono possibile l’esistenza. Senza loro la rivista non potrebbe uscire regolarmente. Quindi è a loro che dobbiamo chiedere scusa per il ritardo con il quale questo numero arriva nelle case dei sottoscrittori. Avevamo già programmato e stavamo realizzando questo quinto numero del bimestrale, quando il giorno 7 ottobre è arrivata la tragica notizia dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele, e la conseguente azione militare israeliana nella striscia di Gaza: la nuova guerra Israele/Palestina. A quel punto abbiamo deciso, ancora una volta, di modificare completamente il lavoro redazionale e di dedicare completamente il numero di settembre-ottobre al nuovo conflitto, cercando fonti dirette, dando la parola alle vittime, e utilizzando i canali della rete internazionale nonviolenta a sostegno dei “gruppi misti” israelo/palestinesi che, unici, prefigurano l’unica strada possibile per uscire dal massacro in atto, la convivenza di due popoli in un’unica terra.
Sia in Israele che in Palestina c’è chi non ha perso la speranza. C’è chi ancora crede che l’unica alternativa alla guerra fratricida perpetua, sia nelle proposte della nonviolenza. Sembra un’utopia irrealizzabile, se guardiamo la ferocia del terrorismo che taglia le gole, che stupra, che irride i cadaveri, se guardiamo i crimini di guerra compiuti dai bombardamenti sui civili, sugli ospedali, che colpiscono una popolazione affamata e assetata, ormai priva di ogni via di fuga.
Eppure il dialogo tra i nonviolenti palestinesi e i nonviolenti israeliani è il filo sottile che può dare frutto. L’appello delle madri, la dichiarazione congiunta, le testimonianza della prima donna rabbino o il pensiero del dissidente palestinese, ci dicono che la resistenza nonviolenta contro il terrorismo di Hamas e contro il terrore dell’esercito d’Israele, esiste e va sostenuta.
La Campagna di Obiezione alla guerra che abbiamo lanciato all’indomani della invasione russa e della conseguente guerra in Ucraina, si allarga oggi al sostegno degli obiettori di coscienza, disertori, renitenti, che da una parte e dall’altra del muro che divide Israele e Palestina si stanno sottraendo alla follia di questa nuova guerra. Sono poche voci, isolate, considerate traditrici delle propria parte, ma sono le uniche che noi riteniamo valga la pena di ascoltare e amplificare.
Disertare dalla violenza assassina di Hamas e disertare dalla politica assassina di Netanyahu è l’indicazione che i nonviolenti palestinesi e israeliani, a Gaza o a Tel Aviv, o in diaspora nel mondo, ci stanno dando, e che abbiamo raccolto in questo numero della rivista.
Agli iscritti al Movimento Nonviolento e agli abbonati alla rivista, sono rivolti i due avvisi che seguono:
– Il 2024 sarà l’anno del nostro ventisettesimo Congresso nazionale, che si terrà a Roma nei giorni 23, 24, 25 febbraio. È l’appuntamento più importante per la vita stessa del Movimento, perché lì si decideranno gli impegni futuri, lì si individueranno gli obiettivi da raggiungere con le nostra campagne, lì si assumeranno le responsabilità e gli incarichi da condividere insieme. Il cuore del Congresso pulserà con le attività che i centri territoriali porteranno come loro contributo a tutto il Movimento. Insomma, ogni iscritto si senta chiamato personalmente a rendere vivo il congresso con la propria personale partecipazione fisica. Dopo un congresso celebrato a distanza a causa della pandemia, finalmente possiamo ritrovarci insieme, anche per fare festa.
– Il 2024 sarà anche l’anno di un cambiamento per la rivista. Azione nonviolenta compie 60 anni di vita, ed è giunto il momento di una trasformazione. Le difficoltà economiche a mantenere il formato cartaceo attuale, ma anche la voglia di un rinnovamento editoriale e di comunicazione, hanno convinto gli organi direttivi del Movimento a deliberare che sarà l’anno di una nuova Azione nonviolenta.