Cinquecento raids su obiettivi civili a Rafah, Khan Younis, Jebalia e la parte orientale di Gaza city. I bombardamenti delle ventiquattro ore passate hanno toccato tutti i luoghi, da Rafah nel sud a Jebalia nel nord. Nella notte è stata colpita una scuola a Khan Younis causando 18 morti e un centinaio di feriti.
Le equipe di soccorso non sono in grado di portare a termine il loro lavoro a causa dell’intensità dei bombardamenti, particolarmente nelle ore notturne. Le ambulanze sono state prese di mira più volte dai caccia di Tel Aviv.
Secondo le agenzie dell’ONU, il 90% della popolazione di Gaza è sfollato e senza soccorsi nel sud della Striscia. È una deportazione sistematica verso il confine egiziano. Oltre alle bombe, la gente sta morendo di fame e di freddo. Tutta la zona nei dintorni di Rafah è un campo di tende improvvisate, fatte di fogli di plastica leggera. Israele impedisce l’ingresso degli aiuti umanitari e le autorizzazioni avvengono con il contagocce.
In tutte le zone della Striscia, le comunicazioni di telefonia e Internet sono state interrotte, provocando la rottura dei contatti degli organismi internazionali di soccorso con i loro operatori.
La direzione dell’Ospedale Al-Ahly di Gaza city ha ricevuto l’ordine dell’evacuazione e gli ingressi sono stati bombardati.