Le molteplici criticità nei modi e nella portata della legislazione volta a realizzare l’autonomia differenziata approdano a Bruxelles. La Petizione al Parlamento Europeo, proposta dal Comitato per il ritiro di ogni autonomia differenziata per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, è giunta alla Commissione Petizioni del Parlamento: il Comitato verrà ascoltato il 22 gennaio 2024 e potrà discutere davanti alla Commissione i contenuti della Petizione ed i rilievi avanzati, stilati sulla base delle norme fondanti dell’UE – contenute ad esempio nel Trattato dell’Unione Europea (TUE), nel Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE), nel Pilastro europeo sui diritti sociali – che si chiede di verificare se siano realmente rispettate nella normativa italiana che sta avanzando.
In particolare si chiede se effettivamente vengano promosse, come l’UE si impegna a fare, la coesione economica, sociale e territoriale, con un particolare riguardo alla riduzione del divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed al ritardo delle regioni meno favorite; si chiede se effettivamente ogni cittadino/a abbia “il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione” e se le decisioni siano “prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini”, come normato a livello europeo.
A noi Comitato non pare che il Parlamento italiano abbia rispettato tali principi, ad esempio votando procedure antidemocratiche per la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, secondo le quali procedure (Legge di bilancio 197/2022) si stabilisce un accentramento presso la Presidenza del Consiglio (con i suoi Organi tecnici ed eventuali Commissari) delle decisioni circa i diritti fondamentali delle persone, senza prevedere la partecipazione di cittadine e cittadini e con il Parlamento ridotto a pura veste consultiva. Il Comitato chiede anche di verificare se la destinazione dei fondi del PNRR destinati al Sud sia stata e sia effettiva, e così per gli altri Fondi Europei atti a superare le disparità territoriali.
In questi mesi Organi autorevoli hanno sollevato la questione LEP: fra essi la lettera di inizio autunno dell’allora Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, relativamente alla bozza conclusiva del lavoro CLEP, ha sottolineato sia la vaghezza dei criteri di scelta fra cosa dovesse essere LEP e cosa no (e quindi subito devolvibile alle Regioni), sia soprattutto la non quantificazione dei costi.
La stessa Commissione Europea, attraverso le raccomandazioni all’Italia (e in particolare nelle note del documento accompagnatore delle raccomandazioni), pubblicate nel maggio 2023, ha rilevato il rischio di “aumentare la complessità del sistema fiscale” e soprattutto che, con la riforma in discussione, “senza risorse aggiuntive (ndr: che non ci sono, essendo prevista l’invarianza finanziaria) potrebbe essere difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi nelle regioni con una bassa spesa storica”.
L’europarlamentare Rosa D’Amato lavora da tempo sul tema e la ringraziamo in particolare per il sostegno sulla Petizione.
Sulla base dei rilievi sollevati da voci eccellenti, e coerenti con quanto sosteniamo da tempo, noi Comitati riponiamo la massima fiducia nell’ascolto da parte della Commissione Petizioni, con l’obiettivo di fermare il progetto devastante chiamato ddl Calderoli.
Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica