UDIPalermo: “Stiamo con Ilaria! Non ti lasciamo sola!” 

Giovani donne e uomini di alcune università lottano da mesi in diverse città d’Italia contro le leggi del profitto e della speculazione abitativa per avere una vita degna e bella in appartamenti non dai costi esorbitanti e non fatiscenti. Molte sono le immagini in cui le/li abbiamo visti accamparsi in tende e/o occupare alcuni stabili coinvolgendo spesso mamme, famiglie, bambine/i, precarie/i, migranti, poiché il problema abitativo riguarda tutte/i coloro che non possono permettersi di sborsare soldoni, riguarda quelli che chiamiamo le/gli svantaggiati con scarso reddito.

Anche a Bologna da due mesi è stato occupato lo Student Hostel di viale Filopanti e l’occupazione aveva permesso di aprire tre tavoli di trattativa portati avanti da tutte le parti (rappresentanti delle/degli occupanti, Comune, Università) che hanno dato come esito l’assegnazione pubblica di alcune camere, segno di una gestione sensata della vicenda. Non si sa perché e per ordine di chi, pur a distanza di dodici giorni dall’uscita spontanea delle studentesse dallo stabile per non ostacolarne i lavori di ristrutturazione, uscita che era stata concordata, succede qualcosa che fomenta non solo l’odio ma anche la sfiducia delle/dei giovani e delle /dei nuovi poveri nei confronti degli organi preposti alla salvaguardia della sicurezza e dell’ordine pubblico.

La foto che mostra uno dei poliziotti che sferra un calcio a Ilaria in mezzo alle gambe è segno di un odio e di una violenza straripanti che hanno a che vedere con la differenza sessuale. La violenza è violenza ovunque avvenga – in una repubblica che si vanta di essere democratica o in una dittatura, in guerra o in pace, anche se si tratta di una pace apparente – e su chiunque si scateni – al di là dei generi maschile e femminile, al di là degli orientamenti sessuali, al di là dell’appartenenza a una classe sociale, al di là del colore della pelle, e questo è verissimo, e noi donne dell’associazione Udipalermo siamo state da sempre contro ogni forma di violenza e orientate a praticare una politica che si fonda sull’amore del mondo e per la cui realizzazione bisogna innanzitutto fare i conti e chiudere con la sorgente primaria di ogni violenza, ovvero la riduzione delle donne a oggetti di proprietà in mani maschili, sulla quale si è costruita la civiltà umana a diverse latitudini, e nello stesso tempo riconoscere che l’umanità è costituita da Donne e Uomini e non da un’entità astratta universale a noi tutte/i nota come Uomo.

Nel contesto di una violenza che sembra accanirsi sempre più sul corpo femminile e mentre da più parti – istituzioni comprese – si sottolinea come l’eliminazione della violenza sulle donne sia essenziale per il nostro vivere in comune (si veda la dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), questa foto mette a nudo la brutalità arcaica dell’uso della forza maschile su un corpo femminile e ci fa rabbrividire, perché essa lancia un segnale pericoloso diretto a annientare la potenza femminile di cambiamento dei rapporti di forza vigenti.

Ma le giovani donne­ non si fermano, si oppongono con le parole e con i corpi a questa deriva che induce a pensare a tempi ancora più bui e noi le sosteniamo in questa battaglia di civiltà.