Source International Onlus invita cittadine e cittadini all’evento pubblico “Acqua: dalle Alpi Apuane alle Ande Peruviane” il 15 dicembre alle ore 17.30 a Seravezza (LU) al cinema Scuderie Granducali a Seravezza (LU).
L’evento si inserisce all’interno delle giornate di mobilitazione nazionale contro l’estrattivismo marmifero delle Apuane prevista per sabato 16 dicembre a Carrara.
All’evento “Acqua: dalle Alpi Apuane alle Ande Peruviane” verranno presentati i risultati dell’ultimo progetto realizzato da Source International Onlus “ Osservatorio Cittadino sulle Acque Apuane” sulla qualità delle acque impattate dalle attività estrattive marmifere. All’evento interverranno le associazioni locali impegnate da anni nella protezione delle Apuane che hanno preso parte al progetto e che presenteranno le rispettive battaglie e attività sul campo facendo luce sulle tante sfumature di grigio legate al settore marmifero.
Verranno proiettati alcuni documentari realizzati negli anni da Apuane Libere e il Gruppo di Intervento Giurido delle Apuane per far luce sui devastanti e irreversibili effetti sul paesaggio, sull’ambiente, sulle acque e sull’intero ecosistema naturale delle Apuane per mano delle attività marmifere.
Infine verrà proiettato il documentario “Donde los niños no sueñan” di Stefano Sbrulli sull’impatto sociale, ambientale e sanitario delle miniere di piombo e oro della cittadina di Cerro de Pasco, in Peru. A concludere, vi sarà una proiezione del film “Il male non esiste” di Ryusuke Hamaguchi ambientato fuori Tokyo che racconta come una grande impresa dello spettacolo decide di aprire un glamping, ovvero un camping con il glamour di un resort, in un territorio boschivo minacciando le sorgenti idriche del territorio.
L’acqua è la risorsa naturale impattata in maniera, spesso permanente, dalle attività minerarie, e come un filo rosso percorriamo gli effetti dell’estrattivismo dalle Apuane alle Ande, dove Source International lavora da più di 10 anni per raccogliere prove ed evidenze scientifiche dei danni ambientali e delle violazioni dei diritti umani messe in atto da imprese minerarie per l’estrazione di oro e piombo.
Dalle Alpi alle Ande si registrano molteplici violazioni ai diritti umani, primo fra tutti il diritto umano all’acqua. Potremo quindi dire che il comprensorio delle Apuane è una zona di sacrificio, così come lo è la cittadina mineraria peruviana di Cerro de Pasco, in Perù dove i laghi naturali sono stati convertiti in discariche di rifiuti tossici e dove il 90% della popolazione dovrebbe essere ricoverato d’urgenza per le patologie connesse all’esposizione ai metalli pesanti rilasciati nell’ambiente.
In queste due realtà, diverse ma uguali, vi sono comunità locali che soffrono per la presenza delle attività estrattive, e dove l’ambiente e le risorse idriche vengono irrimediabilmente inquinati e distrutti in nome del profitto di pochi.
Zona di sacrificio simbolizza la privazione e la rinuncia a beni di necessità elementari come il diritto a vivere in un ambiente sano e ad una aspettativa di vita in salute. Qual è la posta in gioco in aree in cui insieme all’ambiente e alla salute si perde occupazione e si erodono i diritti fondamentali delle persone?
Il Rapporto ONU non fa sconti: “l’esistenza delle zone di sacrificio è una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità. Spesso create attraverso la collusione di governi e imprese, queste aree sono l’opposto dello sviluppo sostenibile, danneggiando gli interessi delle generazioni presenti e future; le persone che ci abitano sono sfruttate, traumatizzate e stigmatizzate, sono trattate come usa e getta, le loro voci ignorate, la loro presenza esclusa dai processi decisionali e la loro dignità e i loro diritti umani calpestati. Le zone di sacrificio esistono in Stati ricchi e poveri, nel Nord e nel Sud”.
Da anni l’estrattivismo del marmo ha distrutto ed alterato in maniera irreversibile l’intera catena montuosa delle Alpi Apuane. Il florido reticolo idrogeologico è stato notevolmente amputato e i corsi d’acqua – superficiali ed ipogei – risultano contaminati da varie sostanze, prima fra tutte la marmettola, una polvere di marmo, risultante dall’estrazione, dalla lavorazione e dalla segagione del materiale.
Molte sono le problematiche legate proprio alla presenza della marmettola in ambiente: intorbidimento dei corsi d’acque, cementificazione gli alvei dei torrenti e dei fiumi con conseguente danno biologico ed ecosistemico e con rischi idrogeologici e alluvionali per la loro impermeabilizzazione. La presenza di marmettola e terre di cava determina un significativo degrado qualitativo dei corpi idrici. L’inquinamento delle acque sotterranee e delle sorgenti, in buona parte captate a scopo idropotabile, sebbene sia ancor più grave di quello delle acque superficiali, è meno percepito, perché non direttamente visibile.
Il Progetto “Osservatorio Cittadino delle Acque Apuane”, sostenuto da IMPETUS e finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione Europea, è un progetto di scienza partecipata di monitoraggio delle acque, nel territorio delle Alpi Apuane, soggette a fenomeni di contaminazione fisico-chimica a opera delle attività estrattive marmifere.
Da luglio a novembre 2023, Source International Onlus ha realizzato percorsi formativi alle realtà locali con le quali hanno mensilmente monitorato la qualità delle acque nei bacini idrici del fiume Lucido, in Lunigiana, e del fiume Frigido, in Versilia, attraverso misure di campo puntuali lungo i corsi d’acqua, sorgenti carsiche e sorgenti termali. Tutti i dati ambientali raccolti e sistematizzati in report scientifici sono disponibili sulla pagina del progetto, dove sono scaricabili gratuitamente anche i manuali di utilizzo degli strumenti di campo, schede di campo e linee videotutorial.
Laura Grassi – Source International