Sabato 11 novembre 2023, ancora una volta Brescia, la Leonessa d’Italia, lancia il suo ruggito a sostegno della Palestina con la presenza di alcune migliaia di persone scese in piazza a manifestare contro la carneficina perpetrata da Israele ai danni della popolazione palestinese. Molte le comunità di immigrati presenti insieme a molte associazioni e forze politiche della Brescia rossa, solidale, antifascista e antirazzista.

Il Centro Sociale 28 maggio con i suoi militanti era presente con un proprio striscione e con propri slogan di denuncia tra cui “Israele, Usa e Nato terrorismo di stato” scandito più volte nel corso della manifestazione.
La cosa più sorprendente è stata la partecipazione di moltissimi giovani di seconda generazione con cartelli e bandiere, in particolare le ragazze hanno lanciato slogan durante tutto il percorso del corteo: “Free, free Palestine”, “Palestina libera!”, e alcuni vecchi compagni aggiungevano “Palestina rossa”, “Israele stato fascista, stato terrorista”, “Assassini, assassini, basta uccidere bambini”, dimostrando una grande consapevolezza politica mista a rabbia e dolore per le atrocità commesse da Israele sui civili palestinesi.
All’arrivo in Piazza Vittoria abbiamo ascoltato l’intervento del presidente dell’associazione Italia Palestina Alfredo
Barcella, dopo di lui una ragazza ha preso il microfono ed ha fatto un discorso molto toccante accompagnato da numerosi applausi. Ha puntato il dito contro il governo italiano che ormai, alla luce del sole, è complice dei crimini perpetrarti in Palestina e contro il sistema mediatico asservito ad una narrazione falsa che giustifica i crimini contro l’umanità. La stessa giovane ha chiesto: “Perché ce ne dobbiamo andare noi dalla nostra terra, dalla terra dei nostri
padri? Siete voi israeliani che ve ne dovete andare, perché noi c’eravamo da sempre, e voi non avete il diritto di cacciarci. Non siete altro che dei ladri e degli assassini che uccidete migliaia di bambini”.
La piazza si è unita con un accorato applauso quando è stato ricordato il coraggioso esempio dei lavoratori portuali di Genova che si rifiutano di caricare armi destinate ad Israele perché non vogliono essere complici del genocidio del popolo palestinese. Ci troveremo ancora e ancora in tutte le piazze del mondo per gridare il nostro orrore contro il GENOCIDIO del popolo palestinese. Nel frattempo ci chiediamo a quanti morti civili inermi dobbiamo arrivare perché il potere in questo cinico paese decida di cambiare rotta e cominci a dimostrare una qualche preoccupazione per il
crimine supremo che si sta compiendo sotto i nostri occhi a Gaza?
Ricordiamoci che sarà sempre troppo tardi perché chi tace in questo momento è complice e la sua macchia di carnefice resterà indelebile.
Beppe Corioni, CentroSociale28maggio