Ferrara si è svegliata. Lo scorso 20 settembre al cinema Apollo erano circa in 400 a vedere “ITHAKA”, il bellissimo docufilm di Ben Lawrence sul giornalista australiano Julian Assange,  attraverso le parole di suo padre, un padre perso e ritrovato. Allora, Alessandro Tagliati, uno dei promotori del Comitato Ferrara per Assange, aveva parlato appena 10 minuti per raccontare l’incredibile storia di un giornalista libero che per aver rivelato i crimini del governo e dello stato maggiore dell’esercito americano è stato perseguitato, quindi sbattuto in prigione, e ora in attesa di estradizione negli Stati Uniti dove è stato condannato a più di 170 anni di prigione.

Ricordo le facce di quella sera all’uscita dal cinema. Facce stupite e turbate: nessun grande giornale, nessuna televisione, nessun giornalista sotto padrone, si era preso la briga di raccontargli le tappe della tragica epopea di Julian, una tragedia umana e politica.

Alessandro Tagliati, attivista per Julian Assange

Oggi, dopo meno di due mesi da quella serata, l’impegno per rompere il muro del silenzio ha suggerito agli attivisti ferraresi, con l’aiuto degli amici di  Bologna, la messa in scena di un evento di piazza. Il flash mob è diventato un piccolo spettacolo: scenografie (le scale, la gabbia rossa), maschere, musica e canzoni si sono intrecciate agli slogan, ai cartelli, ai volantini  e agli striscioni rossi con le frasi di Assange.

In Piazza Castello, nel centro di Ferrara, passanti e turisti si fermavano a guardare ed ascoltare: alla fine si era formato un gruppo di spettatori interessati.

Morale: per parlare di Julian Assange e farsi ascoltare, la creatività è fondamentale. Per fortuna, ai sostenitori si Assange e della Libertà di Stampa, questa dote non manca.

 

Ecco qualche scatto dell’evento.

 

               

  

 

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