Il Consiglio di Stato francese, riunitosi nell’udienza del 27 ottobre per discutere a proposito dello scioglimento o meno dei “Soulèvements de la Terre” (collettivo ambientalista), emetterà la sua decisione la settimana prossima.
Una questione che ha avuto inizio il 21 giugno, momento in cui il movimento dei “Soulèvements de la Terre” era stato sciolto dal Consiglio dei Ministri; tale scioglimento era stato richiesto da parte del Ministro dell’Interno Gérald Darmanin.
In seguito allo scioglimento, il movimento dei “Soulèvements de la Terre” aveva depositato due istanze diverse, la prima il 28 luglio dinanzi al Consiglio di Stato con l’obiettivo di sospendere in maniera celere lo scioglimento del 21 giugno, mentre la seconda era finalizzata all’annullamento definitivo della richiesta di scioglimento disposta dal governo.
A sostegno del movimento dei “Soulèvements” si è costituito un vasto movimento di solidarietà a livello nazionale e internazionale. Una solidarietà che si è concretizzata da parte di migliaia di persone, ma anche di organizzazioni sindacali, ambientali e politiche che hanno scelto di impegnarsi nella battaglia giuridica presentandosi in qualità di cointeressati dinanzi al Consiglio di Stato contro lo scioglimento del movimento “Soulèvements de la Terre”. L’11 agosto il Consiglio di Stato aveva sospeso lo scioglimento dei Soulèvements.
Non vi restava altro che l’udienza relativa al merito. Pochi giorni prima, il relatore (membro del Consiglio di Stato che ha il ruolo di mettere in chiaro la sentenza) ha pubblicato le sue argomentazioni a sostegno dello scioglimento richiesto dal governo.
Lo scioglimento diventerà definitivo nel caso in cui il Consiglio di Stato sceglierà di seguire il relatore il quale fa affidamento sulla nozione di “provocazioni” con la possibilità di essere “indirette, implicite, se non addirittura insidiose”, avanzando una definizione/interpretazione giuridica, che se si va fino in fondo alla sua riflessione, in realtà sarebbe valida unicamente in ciò che riguarda la difesa degli interessi privati. Da difensori dei diritti dei viventi, diventeremo tutti colpevoli di minare l’ordine costituito e pericolosi per la sicurezza pubblica. Il governo Macron compirebbe così un altro passo verso il totalitarismo. Solo le azioni dello Stato sarebbero legittime, e qualsiasi protesta sarebbe potenzialmente illegale!
Lo scioglimento del movimento “Soulèvements de la Terre” significherebbe criminalizzare e combattere contro tutte le lotte sociali e ambientali.
La sospensione temporanea dello scioglimento non influisce in alcun modo sulla decisione sostanziale che dovrà prendere il Consiglio di Stato. Speriamo che scelga la strada della coerenza e della libertà di espressione e che agisca ratificando le sue conclusioni iniziali: « … lo scioglimento dei Soulèvements de la Terre va ad intaccare la libertà di associazione e crea per coloro che lo richiedono una situazione di impellenza … né i documenti del fascicolo né le argomentazioni dell’udienza dimostrano che il collettivo avalli in alcun modo gli atti di violenza contro gli individui … i giudici dei procedimenti sommari hanno ritenuto che vi fossero seri dubbi sul fatto che tali azioni costituissero atti di grave turbativa dell’ordine pubblico ai sensi dell’articolo 1° della L. 212-1 del codice di sicurezza interna.»
Traduzione dal francese di Maria Rosaria Leggieri. Revisione di Thomas Schmid.