In Italia ci sono sempre meno bambini e i pochi che nascono si trovano a vivere, troppo spesso, in quartieri poco accoglienti e inospitali. Eppure, lo spazio è il “terzo educatore”, dopo la famiglia e la scuola, come affermava il pedagogista Loris Malaguzzi (https://www.reggiochildren.it/reggio-emilia-approach/loris-malaguzzi/). La mancanza di spazi per la crescita influisce in modo significativo sulla qualità della vita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, limitando le opportunità educative, di gioco, di socialità, sport e movimento, tutti elementi fondamentali per il benessere e lo sviluppo. Le disuguaglianze che colpiscono i bambini sono – anche – disuguaglianze nella fruizione degli spazi. Lo spazio dell’abitare, della scuola, dei luoghi pubblici. Due bambini nati in Italia lo stesso giorno possono trovarsi a crescere in due universi paralleli a pochi isolati di distanza, come evidenzia il Rapporto di Save the Children “Fare spazio alla crescita”.

Lo spazio casa

In Italia, i minori senza tetto e/o fissa dimora, ai quali viene negato il diritto alla casa, sono quasi 13 mila: si tratta del 13% del totale delle persone che in Italia si trovano in tale condizione e dello 0,14% del totale dei minorenni che vivono in Italia. A questo dato, si aggiunge quello dei bambini e delle bambine che vivono in case non adeguate alla crescita, in quanto affollate, insicure o insalubri, dove i servizi essenziali, quali acqua ed elettricità, sono carenti. In Italia secondo l’Eurostat il 39,1% dei minori vive in abitazioni sovraffollate,  che spesso si fa fatica a mantenere, soprattutto quando gran parte del reddito familiare è impiegato nelle spese per la casa, a danno degli investire nei beni essenziali per la crescita dei loro figli, a partire dagli investimenti per l’educazione. Per il 17,4% dei minori che vivono in famiglie con un reddito mensile inferiore al 60% del reddito mediano, il costo dell’abitazione rappresenta un carico troppo elevato. La percentuale scende invece all’1,4% per i coetanei che vivono in famiglie con redditi superiori al 60% del reddito mediano. Allo stesso modo, se la percentuale di minorenni che vivono in case affollate è del 35,5% se il reddito del nucleo è superiore al 60% di quello mediano, la stessa sale al 49,8% per quelli con reddito inferiore.

Lo spazio scuola

La scuola è il luogo dove i bambini e gli adolescenti trascorrono la maggior parte del loro tempo quando sono fuori casa. Eppure, il 62,8% delle scuole sono sprovviste di certificati di agibilità. E la mancata certificazione potrebbe indicare la presenza di strutture non sicure per i minori, che sono quindi a rischio di incidenti o danni fisici. Delle scuole primarie, il 22,9% è fornito di aule tecniche, mentre il 36,1% offre aule informatiche che possono permettere ai minori di seguire specifici programmi per apprendere le competenze digitali. Il 38,8% delle scuole primarie e il 35,2% di quelle secondarie di primo grado non presentano poi uno spazio collettivo, come ad esempio una sala lettura o sala studio. Tale percentuale raggiunge il 41,3% per le scuole secondarie di secondo grado. In Italia molte scuole sono prive di auditorium, dove i minori possono assistere a manifestazioni culturali (per esempio, conferenze) e artistiche (per esempio, spettacoli teatrali): delle scuole secondarie di secondo grado il 32,2% dispone di un auditorium, contro il 22,9% di quelle di primo grado e l’11,8% delle primarie. Limitata è anche la presenza di palestre e piscine: fornite di palestra sono il 39,6% delle scuole primarie, il 50,8% delle scuole secondarie di primo grado e il 48,1% di quelle di secondo grado (ma lo Sport è approdato in Costituzione…). Meno dell’1% dei complessi scolastici di ogni ordine e grado presenta una piscina.

Lo spazio pubblico

Gli spazi pubblici devono essere luoghi sicuri di incontro e di gioco, dove i minori possano svolgere attività di movimento all’aria aperta e interagire con i loro coetanei, conoscere il tessuto sociale della comunità ed esplorare la natura. In Italia la superficie dei parchi urbani disponibile è limitata: si parla di 1,4 metri quadrati per persona. La mancanza di spazi con alberi e vegetazione può influire sulla qualità dell’aria, influenzando negativamente il benessere fisico dei bambini e limitandone l’esplorazione e la conoscenza dell’ambiente circostante. Inoltre, ogni bambino che abita in città dispone di 0,4 metri quadrati di giardino o di orto botanico all’interno dell’ambiente scolastico. La presenza di aree attrezzate fruibili, quali piazze e aree ricreative è di 1,05 metri quadrati per bambino. L’arredo urbano può incidere sulle possibilità di socializzazione, limitando i luoghi di incontro per i minori durante il loro tempo libero. I bambini dispongono di meno di 1 metro quadrato di arredo urbano fruibile ciascuno (0,59). Anche lo spazio adibito ad aree sportive per svolgere attività fisica all’aperto, accessibile, risulta insufficiente. Il 30,7% delle famiglie in Italia dichiara di riscontrare evidenti difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici nella zona di residenza. La mancanza di mezzi di trasporto accessibili può limitare la mobilità di quei minori che vivono in condizioni di particolare svantaggio socioeconomico, ostacolando la loro partecipazione a quelle attività sociali ed extrascolastiche che si svolgono in altri quartieri della loro città. Circa tre studenti su quattro ( 74,9%) che risiedono nelle aree urbane non raggiungono il luogo di studio con i soli mezzi pubblici.

Gli spazi dentro la città

In Italia il 36% di tutti i minori di età compresa tra 0 e 19 anni vive nelle 14 città metropolitane. Molte famiglie economicamente deprivate vivono nelle 14 città metropolitane italiane: il 13,7% di tutti i contribuenti con reddito complessivo inferiore a 15.000 euro annui. La percentuale di quanti hanno un reddito complessivo inferiore a 10.000 euro annui corrisponde al 15,3% nelle aree metropolitane – a fronte di una media nazionale del 12,7%. In città metropolitane del Sud Italia quali Catania, Palermo e Messina più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15.000 euro annui. La concentrazione di cittadini con redditi bassi è tuttavia elevata anche nel Centro e Nord Italia (per esempio, Roma 38,8%, Venezia 36,9% ). Dei 12.793 minori senza tetto o senza fissa dimora che vivono in Italia, 8.163 (il 63,8%) si trovano nelle città metropolitane. Di questi, il 76% si concentra nelle sole aree di Milano, Napoli e Roma (rispettivamente: 1.697, 1.113 e 3.375 minori). Su 38.163 provvedimenti di sfratto, il 45,5% (17.370) riguarda le città metropolitane: per Roma si parla di 5.240 provvedimenti, mentre per Napoli e Torino di 2.918 e 2.087 provvedimenti, rispettivamente. La variazione in percentuale degli sfratti eseguiti rispetto all’anno precedente è di 6 punti più elevata nelle aree urbane considerate, rispetto alla media nazionale (87% a fronte dell’81%).

Per “fare spazio alla crescita”, per colmare queste disuguaglianze è necessario cercare di ridisegnare – dal punto di vista dei bambini – gli spazi urbani, a partire dalle periferie. Sono infatti proprio le periferie le vere città dei bambini, perché è lì che vanno a risiedere molte delle nuove famiglie. Periferie molto diverse tra loro, ma spesso accomunate da una condizione di isolamento e di marginalità, degrado urbano e mancanza di luoghi di aggregazione e di servizi. Come ridisegnare concretamente questi spazi? Partendo, innanzitutto, da ciò che già c’è, valorizzando e sostenendo le tante esperienze di protagonismo, auto-organizzazione delle comunità e impegno delle scuole e del terzo settore. Fare spazio alla crescita di bambini e ragazzi significa promuovere concretamente queste comunità educanti.

Save the Children ha lanciato anche la campagna QUI VIVO e un programma di intervento specifico, QUI, un quartiere per crescere” con  l’obiettivo di migliorare il contesto di vita dei bambini e degli adolescenti che vivono in quartieri periferici, coinvolgendo gli stessi giovani e le comunità locali nei processi di trasformazione urbana.

Qui per scaricare il Rapporto: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/fare-spazio-alla-crescita.