Martedì 21 aprile 2015 presso l’Auditorium di Via Valvassori Peroni 56, a Milano, avverrà qualcosa di nuovo e speriamo interessante. Alcuni che ben conoscono i temi della sovranità alimentare, del diritto al cibo e all’acqua (Gianni Tamino, Giorgio Ferraresi, Silvana Galassi, Basilio Rizzo) si confronteranno con quanti/e la terra la coltivano, con le realtà del territorio. L’incontro avrà inizio alle 19, per chi vorrà condividere il “buon cibo” e l’assemblea alle 20 30 con gli interventi e la “conversazione contadina”. Nutrire il pianeta, nutrire Milano, zappare la terra.
“Expo avrà un senso solo se parteciperà chi s’impegna per la democrazia del cibo, per la tutela della biodiversità, per la difesa degli interessi degli agricoltori e delle loro famiglie e di chi il cibo lo mette in tavola. Solo allora Expo avrà un senso che vada oltre a quello di grande vetrina dello spreco o, peggio ancora, occasione per vicende di corruzione e di cementificazione del territorio.” Vandana Shiva
Democrazia del cibo, tutela della biodiversità, difesa degli interessi dei contadini e delle contadine, sono stati i valori che hanno segnato e qualificato il convegno del 7 febbraio (Milano Sala Alessi- nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali). Valori di solidarietà e giustizia sociale, di impegno nella lotta alle diseguaglianze, valori di libertà (non c’è libertà se non c’è libertà dal bisogno) e di civiltà. Temi cari anche a Susan George, Joa Pedro Stedile, Papa Francesco, Jean Ziegler. Convegno di contenuti; solo uno schieramento, assai netto: contro la dura legge dell’oligarchia extra-istituzionale delle multinazionali, padrone di un mondo globalizzato che procede assai più rapidamente nell’espropriazione di diritti, sociali e di vita e nella devastazione del pianeta di quanto le popolazioni possano averne piena percezione.
A questa ferocia globale contrapponiamo la politica dei beni comuni, innanzitutto del diritto all’acqua e la denuncia di Expo 2015 in quanto paradossale vetrina di quelle multinazionali che sono responsabili, anzi colpevoli, della crescita della fame nel mondo. Quel convegno creò una aspettativa: non fermarsi, procedere, dare continuità. Questo è il nostro impegno come associazioni, gruppi attivi sul territorio, forze politiche che si propongono di lavorare insieme per contribuire a dare voce e più forza a quelle pratiche, presenti in città, che affrontano la questione di fondo per la sopravvivenza dell’umanità: la questione contadina. I contadini e le contadine sono infatti portatori/trici dei principi fondamentali della sovranità alimentare, dell’autodeterminazione dei territori, del diritto al cibo sano e all’acqua potabile. Vorremmo tradurre nella realtà della nostra città e far vivere quanto è stato proposto nel Convegno del 7 febbraio. Non solo con parole e documenti (che sono importanti) e altre iniziative, ma soprattutto offrendo sostegno alle attività presenti sul territorio urbano, valorizzando ciò che c’è.
Non solo il dire, ma il fare, il concreto agire, che si contrappone alla “Fiera delle meraviglie”.
La Via Campesina è il nostro riferimento.