« L’attenzione della comunità internazionale è ora attirata su un altro conflitto » ma, in Ucraina, la guerra è ancora in corso, ha ricordato martedì l’ambasciatore svizzero Pascale Christine Baeriswyl nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
« Dopo 20 mesi di combattimenti in Ucraina, il numero di vittime civili continua ad aumentare, ma una soluzione non è più vicina », ha fatto rilevare l’ambasciatore del Brasile Norberto Moretti, implicitamente sostenendo l’inutilità della guerra e dello spargimento di sangue.
« Non esiste una soluzione militare a questo conflitto e solo un negoziato diretto produrrà una pace sostenibile tra la Federazione russa e l’Ucraina », gli ha fatto eco Ghasaq Yousif Abdalla Shaheen, ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti.
“L’altra parte del mondo”, insomma, ieri, in sede di Consiglio di Sicurezza ONU [1], si è soffermata sui temi più prettamente umanitari e pacifisti.
Così, Hernàn P-Rez Loose (Ecuador), ha invitato « le parti di astenersi dall’uso di esplosivi nelle aree popolate », per il Ghana, Khalilah Hackman ha evidenziato « la necessità di interventi precoci per mitigare le dure condizioni meteorologiche » con l’approssimarsi del secondo inverno di guerra. Lo stesso albanese Ferit Hoxha ha posto all’attenzione generale le difficoltà per gli ucraini di « accesso a cibo, acqua e altre forniture essenziali ». « A seguito della distruzione della diga di Kakhovka, coloro che vivono nella regione si trovano ad affrontare una situazione umanitaria particolarmente allarmante », ha ricordato Christophe Nanga (Gabon).
Norberto Moretti è andato poi al sodo: « il Brasile chiede la cessazione delle ostilità e la ripresa del dialogo tra le parti, che è essenziale e urgente per invertire il corso della guerra ».
Al nocciolo anche l’intervento Eufr-Sio Gouveia (Mozambico): « i problemi umanitari guidati dal conflitto richiedono soluzioni politiche”. Gli aiuti umanitari possono solo fornire un sollievo temporaneo, ma non possono affrontare la causa principale del problema », ha detto. L’ambasciatore africano ha quindi « invitato le parti contendenti a tornare immediatamente ai negoziati diretti, poiché questo è l’unico modo per raggiungere una pace duratura ». Anche Christophe Nanga (Gabon) ha ribadito « l’appello ai paesi che hanno un’influenza sui belligeranti per attivare la diplomazia e di impegnarsi in negoziati in buona fede in modo da dare la possibilità di pace e una coesistenza pacifica ».
La stessa Cina, col proprio rappresentante Geng Shuang, ha chiesto « un cessate il fuoco per creare gradualmente le condizioni per la ripresa dei colloqui di pace » poiché « “non ci sono vincitori in nessuna guerra”, in quanto portano solo sofferenza a persone innocenti ».
Ma la Pace occorre volerla in due e si trova sempre su una linea di mediazione. Non la pensa così l’Ucraina.
« L’Ucraina vuole la pace più di chiunque altro », ha sottolineato, sollecitando « il pieno ripristino della sovranità e dell’integrità territoriale del suo paese », infatti Sergiy Kyslytsya. In proposito, per il rappresentante dell’Ucraina, ora è invece « imperativo ottenere ulteriori sistemi di difesa aerea ». L’immediato appoggio alla richiesta è stato espresso del rappresentante statunitense Robert A. Wood che ha invitato la comunità internazionale [l’Europa, NdR] « a garantire che gli appelli di finanziamento siano soddisfatti ». Non bastano ovvio, le centinaia di miliardi bruciati in armi e militari tanto dagli USA che dall’Europa.
Come già fece col governo Draghi, l’Italia sicuramente risponderà: Presente!
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Fonti e Note:
[1] ONU, Consiglio di Sicurezza, report per la stampa del 31 ottobre 2023.