Sabato 21 ottobre, si è svolta sotto la sede della Regione Lombardia a Milano la manifestazione in difesa della Sanità Pubblica, promossa dal Comitato Promotore del Referendum sulla Sanità in Lombardia.
Molta partecipazione e numerosi interventi appassionati che hanno richiamato l’articolo 4 e 32 della nostra Costituzione e il concetto di sanità come servizio pubblico che garantisce il diritto alla salute, non un sistema economico basato sul profitto che produce privilegi e diseguaglianze.
Marco Calderoli di Medicina Democratica ha introdotto l’iniziativa ricordando che la prevenzione, la sicurezza sul lavoro, la sicurezza alimentare devono essere una funzione pubblica. Esiste il rischio concreto di annullare la riforma sanitaria del 1978, quando 6 milioni di persone non avevano assistenza sanitaria.
Il referendum accompagnato dai 10 punti è stato bocciato, ma verrà presentato ricorso al Tar; si tratta di strumento democratico che deve essere preso in considerazione dalla politica.
La Cgil ha sottolineato che nel 2022 i cittadini hanno speso 42 milioni di euro in prestazioni a pagamento e che questo sistema non favorisce i lavoratori bensì gli imprenditori privati .
Il Presidente di Arci Milano ha ribadito che abolire il profitto dai servizi pubblici è un interesse collettivo. E ha sottolineato la necessità delle Case di Comunità come unico accesso di presa in carico della malattia.
Vittorio Agnoletto, reduce dall’incontro al teatro di Novate Milanese per i Medici di base con la partecipazione di 250 persone, ha sostenuto che l’arroganza di questo sistema è inaccettabile e che l’obiettivo della Regione Lombardia è di passare 6 miliardi di euro alle strutture private.
Il Comitato si prefigge obiettivi a medio e lungo termine: l’apertura di un centro unico di prenotazioni entro sei mesi, l’interruzione delle procedure di intramoenia , lo stop ai medici a gettone e poiché mancano decine di migliaia di medici, l’istituzione di un canale straordinario per far rientrare i medici dal privato al pubblico.
Pier Francesco Majorino ha sottolineato l’impegno a continuare il sostegno al Referendum e a opporsi al sotto-finanziamento della Sanità Pubblica.
Altri interventi hanno richiamato l’attenzione su numeri allarmanti come i 20 milioni di assicurazioni private e i 14 milioni di fondi aziendali che confermano il trend verso la privatizzazione della Sanità, aumentando le diseguaglianze.
Un richiamo anche ai giovani che preferiscono andare all’estero per corsi di specializzazione e che non sono incentivati a rimanere in Italia: il 70 % delle borse di studio per master di specializzazione è andato deserto. Dobbiamo dare incentivi stimolanti affinché rimangano in Italia.
E’ intervenuto un ragazzo iraniano che ha studiato e lavora in Italia, ricordando i diritti dei migranti e il progetto di legge secondo cui il migrante dovrebbe pagare 700 euro per avere un medico di base, contro i 150 euro attuali e chiedendo sostegno affinché la legge venga respinta.
La manifestazione si è chiusa con l’intervento appassionato e galvanizzante di Don Luigi Ciotti, che ha richiamato alla responsabilità della cittadinanza, in quanto “spina dorsale della democrazia”, ribadendo che la Sanità è un diritto fondamentale e inalienabile, che rende possibili tutti gli altri diritti e non può essere comprato né venduto .Rischiamo di andare verso un sistema criminogeno , che può diventare un elemento di selezione e di sopraffazione. La sanità non si deve basare sul profitto, ma deve essere accessibile e reale nei contenuti per tutti.