Ieri si è riunito online il tavolo inter-istituzionale, a quanto pare, per l’ultima volta.

Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Pisa Michele Conti e il presidente del Parco (sic!) Lorenzo Bani, insieme a ministri e capi militari, hanno deciso di devastare l’area dell’ex Cisam con un’ulteriore militarizzazione e distruzione dell’area boschiva.

Ricordiamo a tuttə che

  • il CISAM si trova dentro il parco naturale di San Rossore. Una sua bonifica, in quanto ospitante un reattore nucleare, è doverosa da decenni e non può essere un ricatto. Abbattere migliaia di alberi, distruggendo un ecosistema, non è una rigenerazione.
  • Non è una riqualificazione quella prevista per gli edifici storici di Coltano, poi destinati alle forze militari anziché al territorio.
  • Allo stesso modo militarizzare e cementificare anche nel territorio di Pontedera non è una compensazione.
  • Non bastasse l’aumento del 10% per le spese militari previsto in finanziaria i fondi per questa opera di militarizzazione e devastazione ambientale e sociale verranno sottratti alle esigenze della popolazione.
  • In tutto questo… il progetto ancora non esiste. Viene approvato dalle istituzioni a occhi bendati un’idea: quella di fare profitto attraverso la morte e la guerra che le basi militari portano con sé.

Non siamo sorpresə dalla manipolazione mediatica e politica in corso. La debolezza e violenza di un progetto di devastazione di questa portata non possono che attuarsi in questo modo: con bugie, silenzi, distorsioni della realtà.

Per questo rilanciamo con sempre più forza e determinazione la manifestazione di sabato 21 ottobre  “Fermare l’escalation contro guerra, armi e fossile” che vedrà in piazza con noi moltissime altre realtà territoriali e nazionali.

Il corteo del 21 ottobre a San Piero a Grado, con la violentissima evoluzione del genocidio che si sta compiendo sulla striscia di Gaza, sarà l’occasione per esprimere la voce in solidarietà al popolo palestinese. Non possiamo accettare in silenzio ciò che sta accadendo a una popolazione che già da decenni vive in uno stato di assedio perenne. Il 21 ottobre, prima tappa del percorso “fermare l’escalation”, sarà un momento fondamentale per poterlo rivendicare insieme.

Con gli eventi degli ultimi giorni, la spirale crescente di guerra e violenza globale si sta manifestando sempre più chiaramente nelle sue forme di violenza più aberrante, la tensione globale è altissima. La popolazione palestinese sta venendo sterminata giorno dopo giorno. Al tempo stesso, da un mese il Kurd1stan è bombardato senza che nessun ne faccia parola. Il silenziamento e l’incriminazione di tutto ciò che non rispecchia la narrazione ufficiale è totale e indiscriminato. É proprio questo il momento in cui invece è nostra responsabilità prendere sempre più spazio e parola per impedire che tutto ciò accada.

Nello specifico, come ben sappiamo, gli aerei, le armi, le forze militari che portano morte nel mondo, anche in Palestina, partono in gran numero da basi militari sui nostri territori. E noi, da quando è nato il Movimento No base lo diciamo a gran voce, non vogliamo che questo accada più.

Fermare la costruzione della nuova base, ora più che mai, significa inceppare il meccanismo della guerra globale.

Il 21 lo diremo ancora più forte, insieme al popolo palestinese, insieme a chiunque sente l’urgenza di opporsi a questa escalation bellica inaccettabile.

Dettagli sui contenuti, il percorso, la logistica

https://fermarelescalation.org/2023/10/19/informazioni-utili-per-la-mobilitazione-del-21-ottobre/

https://fermarelescalation.org/raggiungici-il-21-ottobre-per-fermare-lescalation/