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Genocidio a Gaza

Bombardata ieri sera la parte egiziana di Rafah e Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, dove , l’esercito israeliano ha ordinato di dirigersi agli sfollati palestinesi. 78 uccisi sotto le bombe israeliane nella notte. A Khan Younis è stata bombardata anche la sede della protezione civile e 7 soccorritori sono periti sotto le macerie. I bombardamenti sono continuati tutta la notte sull’unica strada che collega la Striscia con l’Egitto. È chiaro l’intento di impedire l’arrivo degli aiuti internazionali alla popolazione di Gaza.

Gli sfollati a Gaza sono arrivati ad un milione, secondo i dati forniti dalle agenzie dell’ONU. I palestinesi uccisi a Gaza sono diventati 2.808. 10.859 i feriti. Tra di loro 37 medici e personale sanitario. Sotto le macerie ci sono almeno altri mille corpi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto sapere che le scorte di carburante e acqua a Gaza bastano soltanto per oggi; una “immane catastrofe attende la popolazione”.

In questi primi giorni di guerra israeliana contro la popolazione di Gaza, 11 giornalisti uccisi e 2 dispersi secondo il sindacato dei giornalisti palestinesi. È una guerra contro la popolazione civile. Infatti la capacità militare di Hamas è ancora intatta e continua a lanciare razzi che hanno colpito Tel Aviv e Gerusalemme, a distanza cioè di 70 km dal confine della Striscia. I razzi sono caduti in una zona vicina alla sede dove erano riuniti il segretario di Stato USA e i ministri israeliani, che hanno dovuto nascondersi nei rifugi.

Sono state colpite anche le colonie della cintura di Gaza.

Hamas ha inviato una lettera ai familiari di un soldato prigioniero di guerra informando della sua morte sotto i bombardamenti israeliani su Gaza.

Secondo molti indicatori, sono in corso trattative segrete tra il governo israeliano e Hamas per lo scambio di prigionieri di guerra. Netanyahu continua a negare qualsiasi trattativa, ma sotto il tavolo sembra disponibile. Nella mediazione sono impegnati gli Stati Uniti, l’Egitto, il Qatar e la Turchia. Hamas ha dichiarato cinicamente che “le persone civili trattenuti a Gaza sono ospiti fino al momento del loro rilascio, quando le operazioni militari israeliane cesseranno”. Sono ostaggi, non ospiti, e vanno rilasciati immediatamente senza condizioni, al di là del comportamento del loro governo. Restiamo umani.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Manifestazioni di massa a Nablus, Ramallah e Al-Khalil che rivendicano la cessazione del genocidio a Gaza e la fine dell’occupazione militare coloniale della Cisgiordania e Gerusalemme est.

Le forze di occupazione hanno compiuto rastrellamenti e blitz contro diverse località a Tulkarem, Nablus e Jenin, arrestando oltre 50 persone e uccidendo 3 giovani negli scontri impari, pietre contro mitra. A Tulkarem, un quarto giovane è morto in seguito alle ferite subite in un rastrellamento israeliano precedente.

Libano

La situazione militare sulla linea di demarcazione tra Israele e Libano è al limite della guerra aperta. Non passa un giorno senza scambi di artiglieria dalle due parti, con morti e feriti. Israele ha evacuato la popolazione di 28 colonie nel nord ed ha fatto affluire carri armati e truppe. Finora ciascuna delle due parti ha risposto agli attacchi dell’altra con azioni limitate, ma la situazione rischia di deragliare e sfociare in una guerra aperta con conseguenze incalcolabili.

Terrorismo

Non poteva mancare, in mezzo a questa situazione drammatica in Medio Oriente, l’attacco terroristico in Europa del fu falso califfato. A Bruxelles, un uomo su una motocicletta di grossa cilindrata ha sparato con un mitra contro due persone uccidendole. Sono morti all’istante, prima di arrivare all’ospedale. Le vittime sono di nazionalità svedese e probabilmente sono tifosi sportivi arrivati in Belgio per seguire la partita di calcio della loro nazionale. Una terza persona, un tassista, è rimasta ferita. Un video di rivendicazione è stato pubblicato sui social a nome dell’Isis. Un uomo con il volto coperto da una kefia parlando in arabo ha farneticato rivendicando l’assassinio di due innocenti da parte dell’organizzazione Stato Islamico. Dall’analisi del video si capisce che non è opera di un lupo solitario, ma di una struttura organizzata. Non si tratta infatti di un selfie, ma di video professionale con una scenografia ad effetto e riprese con videocamere ad alta risoluzione e postproduzione. Dalla pronuncia sembra sia tunisino. La stampa di Bruxelles sostiene che la polizia ha individuato l’identità dell’uomo ed ha perquisito la sua casa, ma non è stato ancora arrestato. La polizia sostiene che non c’è nessun collegamento tra l’atto terroristico e quanto sta avvenendo a Gaza.

Nell’Illinois, un bambino di origine palestinese di 6 anni è stato ucciso con 16 coltellate. Sua madre è stata ferita gravemente. Sul caso dell’assassinio di Wadea Al-Fayoume, nei titoli dei giornali e agenzie italiane non compare mai la sua origine palestinese. La polizia federale USA parla di odio razziale e di collegamento con la guerra in corso. Miseria del giornalismo in trincea.

Solidarietà con Gaza

Una manifestazione di migliaia di ebrei statunitensi davanti alla Casa Bianca. Chiedono al presidente Biden di lavorare per il cessate il fuoco invece di alimentare la guerra di genocidio a Gaza. L’organizzazione IfNotNow QUI ha alzato cartelli con scritto: “No all’Apartheid e Stop genocidio dei palestinesi. Libertà per la Palestina”

Si moltiplicano in Italia e nel mondo gli appelli per chiedere il cessate il fuoco e garantire il funzionamento delle strutture mediche palestinesi a Gaza, con l’apertura di corridoi umanitari. QUI (in inglese) e qui (appello di Medicina Democratica).

USA in MO

Il comandante in capo del Centom è in visita a Tel Aviv, per coordinare le operazioni militari.

Blinken ha partecipato alla riunione del consiglio di guerra israeliano. Dopo l’incontro in Israele, il segretario di Stato USA cambia il suo programma e si reca ad Amman.

Secondo il WSJ, Washington ha spedito in Israele 2.000 uomini delle forze speciali. Non è chiaro in quali operazioni saranno impiegati, ma è un segnale che gli Stati Uniti sono invischiati in questa crisi, perché il timore maggiore è quello di coinvolgimento di Iran, Siria e Libano in un attacco dal nord di Israele, per non lasciare Gaza da sola di fronte alla potente macchina di guerra di Tel Aviv.

Biden sarà a Tel Aviv mercoledì e si recherà anche ad Amman per incontrare re Abdalla II. Washington chiede che l’esercito giordano controlli i confini occidentali per impedire l’infiltrazione di combattenti armati verso il territorio palestinese occupato.

Diplomazia

Il veto USA, francese e britannico ha bloccato la bozza di risoluzione russa che chiede l’immediato cessate il fuoco a Gaza. Rimane sul tavolo la risoluzione del Brasile, che presiede questo mese il massimo organo internazionale. A differenza di quella russa, questa bozza condanna l’attacco di Hamas, ma chiede allo stesso tempo un cessate il fuoco, corridoi umanitari per far giungere i soccorsi alla popolazione e una prospettiva di soluzione equa della questione palestinese con la creazione di uno Stato palestinese indipendente.

Il vice segretario dell’ONU, Griffith arriva oggi nella regione mediorientale, per tentare di far entrare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza; aiuti ammassati in Egitto, ma che non possono essere trasportate in sicurezza alla popolazione stremata a causa dell’arroganza del governo israeliano che continua a bombardare il valico di frontiera, malgrado l’accordo raggiunte con l’Egitto in seguito alla mediazione di Blinken.

L’Egitto ospiterà una conferenza internazionale su Gaza il prossimo sabato. Al-Sissi respinge la vendetta collettiva e la deportazione della popolazione di Gaza.

La Colombia ha cacciato l’ambasciatore israeliano, dichiarato persona non grata. Le relazioni tra i due Paesi sono peggiorate dopo le critiche del presidente colombiano Pedro riguardo al genocidio dei palestinesi. Tra i due Paesi non correva buon sangue per il passato criminale dei militari israeliani che hanno addestrato, nei decenni passati, gli squadroni della morte colombiani e partecipato agli eccidi di attivisti della sinistra.

Cultura

Non sono tempi buoni per la democrazia nel vecchio continente. Si vietano manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese e vengono invece ammesse manifestazioni pro Israele. Due pesi e due misure. Alzare la bandiera palestinese è considerato quasi un atto di terrorismo. Una volta una commissione UE aveva sentenziato che vestirsi di kefie palestinese è un segno di antisemitismo.

In questi giorni una cosa simile è toccata ad un attore di grande talento: Moni Ovadia. Ha pronunciato una frase di critica all’operato del governo israeliano. È stato messo all’indice dalla direzione del teatro Abbado di Ferrara, del quale è direttore artistico. Per non farsi cacciare ha presentato le dimissioni. Una sua intervista la trovate QUI.

Fake News 6

(il testo corredato di foto lo trovate sul sito Qui).

I combattenti di Hamas hanno rapito bambini e loro madri e li tengono in ostaggio. Non lo dicono fonti dei familiari, ma è comprovato da video postati dall’ufficio di informazione del movimento palestinese, per dimostrare il “buon trattamento riservato”. Per la redazione di Anbamed non sono prigionieri di guerra e riteniamo necessario liberarli immediatamente, così come stiamo chiedendo a gran voce la cessazione dei criminali bombardamenti dell’esercito israeliano sulla popolazione civile di Gaza. Finora sono stati uccisi oltre 1090 bambini (dato delle ore 09:00 di 16 ottobre 2023 Vedi il video).

Queste non sono fake news, ma fatti veri. E dovrebbero destare l’attenzione e la mobilitazione di tutti per chiedere pace giusta e due Stati per due popoli.

Per aizzare odio e proclamare vendette ci mettono i fabbricanti di notizie farlocche, corredate con foto fuori dal contesto. Esaminiamone oggi tre:

La foto dei bambini in gabbia, la foto di una bambina davanti ad un uomo con i pantaloni sporchi di sangue, la foto di un bambino presunto israeliano maltrattato da altri bambini di carnagione più scura.

Il primo caso raffigurava dei bambini rinchiuso all’interno di una gabbia metallica e reca la didascalia: bambini israeliani imprigionati dai terroristi di Hamas. Ha raccolto sulla piattaforma “X” oltre 450 mila mi piace e condivisioni. Un’analisi accurata del sito israeliano FakeReporter ha dimostrato che la foto è presa da un video pubblicato su TikTok il 4 di ottobre, quindi prima dell’attacco di Hamas contro le colonie israeliane della cintura di Gaza.

Il secondo caso è una foto di una bambina tenuta vicina ad un uomo con i pantaloni sporchi di sangue e con la didascalia: Una bambina ebrea in ostaggio dei terroristi di Hamas. È stata pubblicata da un account di un americano-israeliano di nome Marc Zell. Ha raccolto oltre un milione di visioni. La foto in realtà è stata tratta da un video pubblicato su TikTok il 9 agosto e quindi non c’entra nulla con i fatti di Gaza di questi giorni.

Il terzo caso è quello più drammatico perché il video postato su TikTok il giorno 8 ottobre mostra un bambino biondo, presentato come israeliano, e un gruppo di bambini con la pelle scura, presentati come palestinesi. Il gruppo prende in giro e maltratta il povero bimbo aggredito. Sulle immagini è scritto in un arabo sgangherato “Quando i ragazzi vedono per la prima volta un israeliano gli dicono Ima”. Il commento suona così: “Un terrorista palestinese riprende un ragazzo ostaggio mentre costringono altri bambini ad abusare di lui. Bisogna proseguire la guerra, loro insegnano alle future generazioni l’odio”. Il video ha raccolto oltre 14 milioni di visioni. Non è stato possibile per la redazione appurare l’origine del video in altri siti di informazione e il volto del ragazzo non è stato riconosciuti dai familiari degli ostaggi. Inoltre l’account che lo ha pubblicato “Visegrad24” è noto per le sue bufale.