Di seguito alla nostra intervista a Sergio Cipolla pubblichiamo l’appello promosso da diverse organizzazioni non governative sulla drammatica situazione di queste ore a Gaza che è sempre più preoccupante per la popolazione palestinese. L’esercito israeliano ha dato ordine a circa 1,1 milioni di residenti del nord della Striscia di Gaza di evacuare verso il sud entro 24 ore. Dal diktat emanato nella notte dal comando sionista, resta ormai pochissimo dalla dead line:” La popolazione – scrive in un comunicato il CISS (che riprendiamo in fondo all’articolo dopo l’appello) – ha cominciato a spostarsi e ad ammassarsi verso il sud, senza acqua, energia elettrica cibo e in condizioni precarissime e sempre sotto bombardamenti”. Lo diciamo anche noi a chiare lettere: QUESTO È UN CRIMINE DI GUERRA! E SARÀ UN MASSACRO! 

 

Caro Sergio, tu sei fondatore e presidente del CISS, organizzazione non governativa per la Cooperazione Internazionale Sud Sud. Quando siete nati e come e dove operate?

Il CISS è stato fondato alla fine del 1985, quindi abbiamo compiuto 38 anni di vita. In tutti questi anni abbiamo operato in qualcosa come più di 30 paesi del sud del mondo e con i nostri interventi abbiamo raggiunto più di un milione e mezzo di persone. In questo momento siamo operativi in 13 paesi sparsi tra Africa, America Latina, Medio Oriente ed Europa dell’Est, più naturalmente l’Italia (principalmente in Sicilia), perché è importante ricordare che la difesa dei diritti umani e le questioni dello sviluppo che affrontiamo nei paesi del sud del mondo le affrontiamo parimenti anche nel nostro territorio. In realtà è proprio questa la spiegazione del nostro strano nome: cooperazione sud sud. Ossia, la nostra missione è la difesa e la promozione concreta dei diritti umani per tutti e dappertutto.

Da quanto siete presenti in Palestina e a Gaza? Che cosa puoi raccontarci delle vessazioni subite da quel popolo e della sua resistenza?

Il nostro primo progetto in Palestina risale al 1988 in Cisgiordania e siamo continuativamente presenti a Gaza esattamente da trenta anni, ossia dal 1993. Questo ci ha dato modo di essere dei testimoni diretti di ciò che ha subito il popolo palestinese in tutto questo tempo, delle speranze che si accendevano di tanto in tanto (ad esempio con gli accordi di Oslo) e della brusca ricaduta nella terribile realtà che ogni volta vi succedeva. La realtà di un popolo semplicemente privato di ogni diritto elementare: quello a potersi muovere, anche all’interno delle stesse zone che oggi vengono chiamate Territori Palestinesi, quello a potere costruirsi un proprio futuro, ma anche quelli ancora più fondamentali come il diritto alla salute, all’istruzione, alla vita stessa… eppure fino ad ora il popolo palestinese ha cercato di resistere, anzi di esistere. Mai come in questo caso le due cose coincidono.

Anche in questi giorni atroci siete rimasti lì; costituite perciò un osservatorio privilegiato per la controinformazione e per smontare la propaganda unilaterale dei media…

Sì e no, nel senso che ancora una volta siamo lì, assistiamo a ciò che succede e cerchiamo di agire e di raccontarlo, ma chi ci ascolta? Quando c’è una narrazione dominante tutte le altre voci vengono escluse, in Italia soprattutto. Solo oggi, dopo una intervista che ho rilasciato in cui parlavo del fatto che anche il nostro ufficio era stato bombardato, il direttore della testata ha obiettato: e chi ce lo dice che questo signore (io) racconti la verità? D’altro canto tutte le testate giornalistiche italiane hanno parlato dei tre cittadini israeliani anche con passaporto italiano che sarebbero tra gli ostaggi, ma nessuno, finora dopo giorni dall’inizio dei bombardamenti, ha parlato dei 20 operatori umanitari italiani (tra cui anche i nostri) che sono sotto le bombe dentro Gaza, forse perché la loro testimonianza e verità sarebbe troppo scomoda per i nostri media…

L’attuale recrudescenza del conflitto si inserisce entro una destabilizzazione globale più vasta, che investe non solo il Medio Oriente ma anche l’Africa, fino a Taiwan… Ti senti di azzardare delle previsioni?

Tutto il mondo è in subbuglio e non era difficile prevederlo, lo stato delle cose è tanto ingiusto che è diventato oramai assurdamente paradossale: i paesi più ricchi di risorse sono alla fame perché le loro risorse sono divorate dai cosiddetti paesi ricchi senza neanche lasciare loro le briciole, in Europa si sostiene una guerra selvaggia nel nome della indipendenza di un popolo e in Palestina gli stessi sostengono invece la guerra a un popolo che reclama solo il proprio paese e la propria indipendenza. Il riscaldamento globale è provocato essenzialmente dai paesi ricchi con le loro emissioni ma le conseguenze le pagano principalmente i paesi poveri del sud del mondo tra inondazioni e siccità devastanti, e quando i loro abitanti in fuga bussano alle nostre porte gridiamo all’invasione… Il mio timore è che in questo quadro, degno veramente di un paziente schizofrenico, sprofondino anche quei valori minimi di umanità e uguaglianza in cui tutti dovremmo credere e che invece perdono di ogni credibilità quando ribaditi da paesi che si comportano come quelli occidentali. E intanto il prezzo devastante di ciò lo pagano cittadini inermi di tutto il mondo e intere generazioni crescono nell’odio per questo assurdo stato di cose: non riesco a essere minimamente ottimista, forse per la prima volta nella mia vita.

Infine, il vostro esempio di attivismo nonviolento può essere seguito da noi, società civile? Che cosa possiamo fare oltre a manifestare e diffondere notizie corrette?

Una cosa semplicissima: essere sempre e dovunque con i diritti delle persone, fare qualcosa di concreto sempre, anche con gesti minimi, fino a farla diventare un’abitudine, una risposta istintuale, un modo di essere e non di dare un contentino alla propria coscienza, solo così si cambia il mondo. 

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Appello umanitario urgente alla Comunità Internazionale dopo l’avvertimento di evacuazione del Nord e Centro di Gaza
Gli abitanti della Striscia di Gaza nella notte hanno ricevuto sui loro telefoni un avvertimento da parte dell’esercito israeliano per l’evacuazione di tutta la zona nord e centrale della Striscia entro le 14 ora locale del 13 ottobre.
Anche le Nazioni Unite hanno ricevuto la stessa comunicazione per la messa in sicurezza di tutto il loro staff e strutture, comprese scuole ed ospedali.
L’area è sotto incessanti bombardamenti da cinque giorni, le strade sono distrutte. A Gaza non esiste un luogo sicuro. Non c’è elettricità né benzina.
Questa richiesta da parte di Israele è irragionevole, non è possibile spostare oltre un milione di persone in poche ore. Sostenere le ragioni di questa decisione oggi significa lasciare indietro civili innocenti che hanno diritto ad essere protetti, inclusi i più vulnerabili tra cui anziani, sfollati, degenti, e centinaia di migliaia di bambini.
Ci uniamo quindi alla richiesta del Segretario generale ONU al sottosegretario Blinken che si trova in Medio Oriente, alla Presidente UE Von Der Leyen, la cui visita in Israele è prevista per oggi 13 ottobre, di bloccare l’operazione annunciata da Israele prima che gli scenari prospettati dagli esponenti del suo Governo, a partire dal Primo Ministro, diventino realtà.
le Ong: AOI, CINI, Link 2007

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Comunicato del CISS di Palermo

Car@ abbiamo bisogno del supporto di tutti perché la situazione a Gaza è gravissima! 

L’esercito israeliano, questa notte ha dato ordine a circa 1,1 milioni di residenti del nord della Striscia di Gaza di evacuare verso il sud entro 24 ore! 

L’ordine è stato emanato nella notte, restano già poche ore! 

La popolazione ha cominciato a spostarsi e ad ammassarsi verso il sud, senza acqua, energia elettrica cibo e in condizioni precarissime e sempre sotto bombardamenti. 

Questo è un crimine di guerra! E sarà un massacro!

Dai nostri colleghi in Palestina ci arriva un messaggio che chiede di agire supportando il testo in inglese che invio qui di seguito e che va inviato agli indirizzi mail riportati. Vi chiediamo di aiutarci a diffondere il più possibile questo messaggio e inviare la mail utilizzando come oggetto il primo rigo del testo.

Urgent – From Gaza – Evacuation warning North and Center of the Strip

Overnight, residents of the Gaza Strip received a warning on their phones from the Israeli army to evacuate the entire northern and central area of the Strip by 2PM local time on October 13. 

The United Nations also received the same communication to evacuate all their staff and facilities including schools and hospitals. 

The area has been under incessant bombing for five consecutive days, and roads are destroyed. There is no safe place in Gaza. There is no electricity or fuel. 

This request is unreasonable, it is not possible to move over a million people in a few hours. 

Any decision in this situation risks making us all complicit in war crimes because it means leaving behind innocent civilians who have the right to be protected, including the most vulnerable, such as the elderly, internally displaced persons, sick people, and hundreds of thousands of children. 

We urge you to do everything in your power to stop Israel, before the bloody scenarios envisaged by the representatives of its Government, starting from the Prime Minister, become reality and the civilian population of the Gaza Strip once again pays the price for his clear intent of revenge.

segreteria.gerusalemme@aics.gov.it

 unita.crisi@esteri.it

 cog.jerusalen@maec.es

 ministero.affariesteri@cert.esteri.it

 generalkonsulat.jerusalem@gov.se

 cad.jerusalem-fslt@diplomatie.gouv.fr

 gerusalemme@aics.gov.it

 gazawestbank@eda.admin.ch

 consulate.jerusalem@mfa.gov.tr

 egyptianemb_gaza@yahoo.com

 grgencon.jer@mfa.gr

 ursula.von-der-leyen@ec.europa.eu

 ramallah@mne.pt

 jerusalem@diplobel.fed.be

 cons.israel@mid.ru

 repram@mfa.no

 consolare.gerusalemme@esteri.it

 information@ps.britishcouncil.org