Nell’ambito della recente tradizionale Conferenza sulla mobilità condivisa organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility è stato presentato il 7° Rapporto sulla sharing mobility che mette in luce i dati rilevanti del 2022 per i servizi di vehiclesharing in Italia: carsharing, scootersharing, bikesharing e monopattino-sharing. Il quadro che emerge dall’analisi dell’Osservatorio conferma le previsioni di un anno eccezionalmente positivo per la mobilità condivisa nel nostro Paese.
Cresce il numero dei Comuni capoluoghi di provincia in cui è attivo un servizio di vehiclesharing: sono attualmente 67. Resta ancora un’ampia distanza tra nord e resto d’Italia sul livello di copertura delle città capoluogo con servizi di sharing: 77% dei comuni nel settentrione, 50% al centro e 48% al sud e sulle isole, che però in 3 anni hanno recuperato 15 punti percentuali. Milano si conferma la capitale della sharing mobility italiana sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta di servizi con 14,8 milioni di noleggi complessivi e 30.700 veicoli a disposizione degli utenti, subito seguita da Roma rispettivamente con 12 milioni di noleggi e 29.300 mezzi della flotta in sharing.
Crescono biciclette, monopattini e scooter in condivisione, ovvero la “micromobilità” a zero emissioni: il numero di viaggi registrati utilizzando servizi di bikesharing, scootersharing e monopattino-sharing nel 2022 ha superato infatti i 43 milioni. Tutti in crescita i dati dei noleggi dei singoli servizi rispetto al 2021, che vanno dal +108% del bikesharing free-floating, + 42% dello scootersharing elettrico, +39% per i monopattini in sharing al +24% per il bike sharing station based. Non da meno il dato sulle flotte, dove la quota della micromobilità sul totale arriva al 95%, cioè 107 mila veicoli leggeri, poco ingombranti e a zero emissioni che permettono ai cittadini di spostarsi in maniera più veloce e contribuiscono a una maggiore sostenibilità. Un dato negativo però è la riduzione dell’offerta di servizi di scootersharing verificatasi a cavallo del 2023, che in Italia ha portato all’abbandono del mercato da parte di alcuni importanti player internazionali, la conseguente diminuzione del 45% nel numero di veicoli e la chiusura di 12 servizi su 22.
Il car sharing cambia pelle: la percorrenza media del noleggio è passata dai 7,4 km/noleggio del 2019 ai 12,2 del 2022, mentre la durata media del noleggio è addirittura triplicata, passando da 32 minuti/noleggio a 109 minuti/noleggio. Tutto ciò a fronte del numero di viaggi che nel 2022 si attesta a circa 6,1 milioni, in leggera crescita rispetto al 2021 (+7%) ma ancora molto al di sotto dei livelli del 2019 (-50%). Un trend che conferma che gli utenti della sharing mobility sono diversi rispetto al passato, più orientati agli spostamenti medio-lunghi.
Diminuiscono gli incidenti dei monopattini in sharing e rispetto al 2021 si osserva un calo generale degli incidenti ogni 100 mila noleggi: -56% per i monopattini (1,56 incidenti ogni 100.000 noleggi), -52% per gli scooter (3,76 incidenti ogni 100.000 noleggi), -22% per le biciclette (1,76 incidenti ogni 100.000 noleggi). Esaminando il rapporto tra incidenti e percorrenze chilometriche, invece, gli scooter presentano un aumento con 2,24 incidenti ogni 100.000 km (+30% rispetto al 2021), mentre monopattini e biciclette registrano cali significativi con 0,58 e 0,65 incidenti ogni 100.000 km, corrispondenti a un calo rispettivamente del -61% e del -40% rispetto al 2021
Intanto, si fa strada l’autobus o miniatobus a chiamata (i servizi di DRT, Demand Responsive Transit), operativi tramite piattaforme digitali e applicazioni online. Questi servizi hanno il potenziale di ottimizzare l’incontro tra domanda e offerta, offrendo soluzioni più dinamiche e flessibili in termini di percorsi e orari per gli utenti. Emerge dallo studio un quadro fatto di segnali interessanti e positivi. Tutte le maggiori piattaforme digitali operative nel settore a livello internazionale sono ora presenti anche in Italia, e tra gli operatori di trasporto che hanno avviato servizi e sperimentazioni del DRT ci sono grandi aziende e attori di primo livello del trasporto pubblico italiano. Dal punto di vista operativo è interessante notare, che il 65% dei servizi sia destinato a servire aree a domanda debole, andando ad integrare i servizi di linea tradizionali.
Come ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile durante la presentazione del rapporto: “La decarbonizzazione della mobilità urbana, grazie ad una maggiore offerta dei servizi di trasporto pubblico e condiviso, all’elettrificazione crescente e all’incremento della mobilità dolce, può avanzare rapidamente e raggiungere in pochi anni l’obiettivo di settore. Gli Stati membri hanno un ruolo fondamentale in questa strategia ed ora è il momento di agire”.
Durante la Conferenza è stato presentato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile un documento di scenario di decarbonizzazione della mobilità urbana al 2030 “Lo Scenario Lesscars”, messo a punto secondo un approccio detto di backcasting che consiste nella definizione di scenari orientati al raggiungimento di un target3. Uno scenario di questo tipo non va inteso come una previsione di ciò che accadrà, ma come uno strumento utile per fornire una risposta razionale e coerente alla domanda “cosa succede se…?”.
Qui per scaricare il rapporto nazionale sulla sharing mobility