Sono più di 30 i cittadini e le cittadine che nella giornata di domenica 1° ottobre si uniscono allo sciopero della fame di Emiliano, attivista di Extinction Rebellion (XR), digiunando per un giorno. Tra di loro ci sono Francesca, psichiatra in pensione di Ferrara, Alessandro, sviluppatore software cinquantunenne di Imola, Natasa, collaboratrice domestica quarantaseienne di Reggio Emilia, Melissa, di Faenza, madre di una bambina di 4 anni ed estremamente preoccupata per il suo futuro dopo che l’alluvione ha inondato la loro casa. Sono solo alcunɜ dellɜ cittadinɜ che hanno scelto un gesto così forte nella speranza che la regione ascolti la loro preoccupazione per la crisi climatica.

Il movimento invita pubblicamente il Presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini, la Vicepresidente Priolo e l’assessore Calvano ad ascoltare le richieste dello scioperante e del movimento in Piazza Maggiore a Bologna, dalle 17 alle 20 del 1° ottobre.

 

Le richieste del movimento
Extinction Rebellion chiede all’Amministrazione Regionale di anticipare gli obiettivi di neutralità climatica dal 2050 al 2030 e indire un’Assemblea Cittadina regionale per elaborare le politiche eco-climatiche necessarie a realizzare questo impegno, superando il cosiddetto “Patto per il Lavoro e per il Clima”, documento privo di contenuto concreto e bocciato da tutte le realtà ecologiste della Regione, quali la Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna (RECA-ER) che raggruppa oltre 70 sigle ecologiste regionali.

 

Lɜ digiunanti

Sentendo il grido di preoccupazione e speranza di Emiliano, che sarà al suo quinto giorno di sciopero della fame e determinato a continuare, decine di persone si uniranno alla sua battaglia, nella speranza che un gesto così forte non resti inascoltato dalla Giunta Regionale.
Sono Alessandro, padre di un figlio di 23 anni. Ho deciso di aderire allo sciopero della fame, digiunando per un giorno, perché sono molto preoccupato del collasso climatico ed ecologico che stiamo attraversando. Per questo motivo ho fame di speranza, ho fame di un futuro per mio figlio e per tutti i ragazzi, i bambini, i giovani di questo mondo”.
Non sono solo giovani attivistɜ, le decine di persone che hanno aderito al digiuno, ma semplici cittadinɜ, di tutte le età e provenienti da tutti i territori della Regione. Digiuneranno perché spaventatɜ dagli eventi estremi degli ultimi mesi, dalle alluvioni alla siccità. Digiuneranno perché consapevoli delle responsabilità che le istituzioni hanno avuto nel guidarci verso il collasso e le possibilità che avrebbero di salvarci, se solo si dotassero degli strumenti per farlo. Digiuneranno perché anche loro hanno fame di vita.
Non solo a Bologna, ma anche in altre città della Regione (Reggio Emilia e Faenza) ci saranno presidi di digiunanti in sostegno a Emiliano domenica mattina.

 

Le responsabilità dell’Amministrazione regionale

Si è appena conclusa una delle estati più calde della storia dell’umanità. Quest’anno l’Emilia-Romagna si è trovata nella situazione apparentemente paradossale di dover fronteggiare gli effetti devastanti della siccità dopo aver passato gran parte della primavera del 2023 a fare i conti con le devastazioni delle alluvioni, che hanno causato la morte di 17 persone e oltre 22.000 sfollatɜ.

Abbiamo potuto osservare il potenziale distruttivo delle alluvioni primaverili favorite da una cementificazione scellerata del suolo frutto di politiche, portate avanti dall’Amministrazione regionale, che hanno ignorato l’alto rischio idro-geologico del nostro territorio: infatti, l’Emilia-Romagna continua a essere la terza regione in Italia per consumo di suolo, e la prima per quanto riguarda le aree a rischio alluvione.

Il “Patto per il Lavoro e per il Clima” manca di una chiara formulazione di obiettivi intermedi e di investimenti specifici e risorse finalizzate al raggiungimento dei già vaghi obiettivi che si prefigge. È impossibile monitorare l’attuazione dei propositi del Patto, che sono oltretutto in aperta contraddizione con le grandi opere ad alto impatto ambientale, come l’allargamento del sistema autostradale-tangenziale a Bologna (il Passante di Mezzo) e il rigassificatore di Ravenna, avviate col consenso delle autorità Regionali.

 

L’invito alla Giunta Regionale

Per affrontare la crisi ecologica che la nostra regione sta vivendo e salvare il nostro futuro, Extintion Rebellion porta alle istituzioni proposte concrete, attuabili, e la cui adozione è necessaria, come sottolineato dagli scienziati dell’IPCC. Ci appelliamo al senso di responsabilità della nostra Giunta e invitiamo il Presidente Bonaccini, la Vicepresidente Priolo e l’assessore Calvano a venire in Piazza Maggiore domenica 1° ottobre, ad ascoltare le nostre richieste per interrompere il nostro sciopero.
Lo facciano pensando ai territori della Romagna distrutti dalle alluvioni, lo facciano ascoltando la paura dellɜ cittadinɜ che rappresentano, lo facciano per Emiliano, per il suo corpo e per i corpi di tutte lɜ digiunanti che hanno a cuore il nostro futuro.