Ad ammetterlo sinceramente è lo stesso Sarkozy nel suo libro intitolato “Il tempo delle battaglie”. In questo libro, Sarkozy conferma che la caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011 è stata orchestrata dall’asse franco-tedesco per imporre l’austerità all’Italia attraverso l’uso di strumenti finanziari – in particolare la leva dello spread e la crisi dei debiti pubblici – con il fine di introdurre amche il pareggio di bilancio in Costituzione.
Secondo quanto affermato da Sarkozy, questa caduta è stata in effetti un colpo di Stato finanziario mascherato, messo in atto sotto l’apparente necessità di evitare un presunto fallimento. L’obiettivo era destituire un governo democraticamente eletto e sostituirlo con un governo tecnico. Questa strategia è stata attuata in parallelo anche in Grecia, dove ha portato alle dimissioni del primo ministro socialista Giorgos Papandreu.
La crisi dei debiti sovrani seguita alla recessione economica del 2008 aveva reso gli Stati vulnerabili alle speculazioni finanziarie.
L‘articolo pubblicato su “L’Indipendente” il 23 agosto 2023 e scritto da Giorgia Audiello riporta i punti chiave del libro dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy e spiega che fu proprio l’azione della Deutsche Bank e della BCE, sotto la direzione dell’asse franco-tedesco, a causare l’aumento dello spread. L’articolo sottolinea che le manovre finanziarie messe in atto da queste istituzioni hanno aumentato il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, aumentando cosi artificiosamente lo spread.
Queste azioni erano volte a imporre le politiche neoliberiste d’austerità all’Italia e a rallentare lo sviluppo economico del paese. In Europa, pareggio di bilancio e politiche di austerity fino al 2014 hanno creato 27 milioni di disoccupati.
Sarkozy ammette indirettamente che le manovre franco-tedesche hanno causato l’aumento dello spread e le pressioni politiche hanno portato alle dimissioni di Berlusconi non tanto per le sue posizione politiche in linea con l’iperliberismo europeo, ma in quanto governo che stava prendendo le distanze da un’UE che non aiutava i Paesi del Sud Europa. L’ex presidente francese descrive l’incontro con Berlusconi come “patetico e delirante”, sottolineando che la strategia franco-tedesca era stata “necessaria”, ma crudele.
L’articolo conclude sottolineando che la classe politica italiana non solo non è stata unita nella resistenza contro questa azione esterna, ma si è prestata a giocare di sponda con l’Eliseo, dando adito al piano dell’ex governatrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde e dell’ex presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, entrambi francesi.
La “crisi dello spread”, generata artificialmente, si risolse solo con l’intervento tecnico della BCE guidata da Mario Draghi, con lo strumento finanziario del Quantitative Easing (QE).
Il programma di espansione monetaria lanciato dalla BCE nel marzo 2015 e terminato alla fine di dicembre 2018 ha creato dal nulla moneta per ben 2.600 miliardi di euro: una somma enorme, pari a circa il 20% del Pil dell’eurozona. Questa colossale liquidità è stata immessa a favore delle maggiori banche europee con l’obiettivo ufficiale di contrastare le tendenze deflazionistiche e produrre reflazione, ma in realtà questo evidenziò l’ennesima crisi dell’eurozona.
La Bce è riuscita a mettere un’enorme pezza per salvare le banche tedesche e francesi afflitte dal peso dei titoli tossici (6.800 miliardi) e quelle italiane e spagnole appesantite dai crediti inesigibili (900 miliardi), e per salvare gli Stati in forte difficoltà di bilancio – Spagna, Portogallo, Irlanda, Italia – o in via di fallimento, come la Grecia. Tuttavia la BCE non è riuscita a centrare né l’obiettivo ufficiale del QE – inflazione stabilmente sotto, ma vicino al 2% – né l’obiettivo strategico. L’Eurozona infatti è sempre in crisi e gli indicatori economici sono ancora tutti pericolosamente declinanti.
Quindi oltre al danno (golpe volti a destituire governi politici per sostituirli con quelli tecnici volti a salvaguardare gli interessi del capitalismo finanziario) anche la beffa (finanziarizzazione dell’economia, sempre più soldi alle banche, sempre meno soldi all’economia reale, regresso del welfare state).
Il golpe finanziario avvenuto nel 2011 è citato come un esempio di come il capitalismo finanza possa influenzare il destino dei governi legittimi; mettere a rischio i processi democratici all’interno degli Stati membri dell’Unione Europea; indicare il livello di sottomissione e dipendenza dell’Italia dalla Troika.