Sull’ammissibilità del Referendum Popolare abrogativo sulla sanità lombarda l’Ufficio di Presidenza della Regione decide di non decidere, ma il Comitato Promotore non si ferma e prosegue nelle iniziative per rendere il referendum possibile nel 2024: prossimo appuntamento il 4 settembre a Palazzo Pirelli, in ballo la necessità di rafforzare il servizio pubblico per il diritto alla salute di tutti.
“Mentre il sistema sanitario lombardo è al collasso, fra liste d’attesa infinite e costi privati sempre più insostenibili, la maggioranza dell’Ufficio di Presidenza della Regione fa il Ponzio Pilato della situazione: infatti, nonostante gli uffici regionali non abbiamo evidenziato aspetti di incompatibilità dei tre quesiti referendari con le norme vigenti, non ha deciso sulla loro ammissibilità e ha rimandato al Consiglio Regionale la decisione”. Questo il commento dei cinque depositari della richiesta referendaria per conto del Comitato Promotore, Marco Caldiroli – Medicina Democratica; Vittorio Agnoletto – Osservatorio Salute; Massimo Cortesi – ARCI Lombardia; Federica Trapletti – SPI-CGIL Lombardia; Andrea Villa – ACLI Milano.
“Gli interessi politici della maggioranza – hanno aggiunto- hanno prevalso sul diritto alla iniziativa degli elettori/elettrici che mira al rafforzamento della sanità pubblica attraverso l’abrogazione di tre commi degli art.2 ,6 e 8 della Legge Regionale sulla sanità, la n. 33 del 30.12.2009 come modificata da ultimo con la L. 22/2021, ma questo non ci fermerà.
Per il 4 settembre, ore 17.00, presso la sala Gonfalone (primo piano Palazzo Pirelli – via Filzi Milano) è prevista una riunione del Comitato Promotore aperta a tutti coloro, singoli e associati, che sostengono l’iniziativa. In quella sede definiremo i passi successivi per rendere ammissibile la proposta di Referendum depositata il 27 luglio scorso da oltre 100 sottoscrittori: in ballo il diritto alla salute di tutti attraverso il necessario riequilibrio fra servizio sanitario pubblico e privato, che rischia di diventare predominante” .
Ricordiamo che i tre quesiti abrogativi riguardano la equivalenza pubblico-privato e la estensione delle funzioni e dei servizi che il pubblico può delegare al privato, rispettivamente da parte delle ATS e delle ASST. L’abrogazione di questi passaggi ha l’obiettivo di riportare al pubblico la funzione di programmazione, di controllo pieno della erogazione dei servizi a partire da quelli di prevenzione, garantendo universalità di accesso, gratuità e partecipazione”,
L’iniziativa referendaria è il proseguimento della grande e unitaria mobilitazione in atto da tempo in Lombardia sulla situazione drammatica del servizio sanitario pubblico, fra cui la grande manifestazione del 1° aprile in Piazza Duomo e del 24 maggio sotto la Regione.