Olga Karatch, giornalista e attivista per i diritti umani e delle donne è fuggita dalla Bielorussia per non essere arrestata con l’accusa di terrorismo, per la quale pende una condanna a morte. La Lituania, dove si è rifugiata, ha respinto la sua richiesta di asilo politico e protezione. Yurii Sheliazhenko, consulente legale e Segretario del Movimento Pacifista Ucraino, è in stato di arresto domiciliare, con passaporto ritirato, accusato di “essere sostenitore dell’invasione russa” e rischia 5 anni di carcere.
Olga e Yurii (le cui organizzazioni vengono proposte al premio Nobel per la Pace dall’International Peace Bureau), vengono perseguitati per la stessa responsabilità: aver sostenuto il diritto dei ragazzi bielorussi e ucraini alla obiezione di coscienza e aiutato disertori e renitenti alla leva a sottrarsi alla coscrizione obbligatoria e alla mobilitazione speciale, a rifiutare l’esercito, non imbracciare le armi, non uccidere.
Olga e Yuri hanno partecipato alla Conferenza mondiale per la pace di Vienna lo scorso giugno, per ribadire la richiesta di cessare il fuoco e di ricercare una soluzione politica. Loro, come tutti noi, condannano l’invasione russa dell’Ucraina e insieme chiediamo il “cessate il fuoco”, che la comunità internazionale assuma la responsabilità del negoziato e metta in campo tutte le risorse della diplomazia e della politica.
La libertà di pensiero e di coscienza, compreso il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, è uno dei valori cardine dell’Europa, riconosciuta anche dal Patto internazionale sui diritti civili e politici. La sua messa in discussione, in un paese dell’Unione o in un paese che vorrebbe accedervi, metterebbe in discussione i fondamenti stessi della comune appartenenza.
Chiediamo che il nostro Governo si attivi immediatamente con le istituzioni europee per garantire l’asilo politico e la protezione ad Olga Kharatch e a tutti gli obiettori di coscienza bielorussi e russi e per richiedere al governo ucraino il rispetto del diritto di obiezione di coscienza e di libertà di pensiero di Yuri Sheliazhenko e di tutti gli obiettori ucraini.