La sanità va a rotoli, scricchiola sempre più a causa di problemi economici e di personale, il confronto con l’Europa è desolante, mentre il Governo Meloni decide di far ulteriormente scendere il valore della spesa sanitaria rispetto al Pil, spingendo di fatto la nostra salute sempre più nelle mani dei privati. L’Istat ha stimato in circa 2,5 milioni le persone che hanno rinunciato a cure necessarie per colpa delle liste d’attesa o per ragioni economiche, mentre la spesa sanitaria privata per prestazioni a carico dei cittadini sfiora ormai i 40 miliardi di euro l’anno). Siamo addirittura all’ “ambulatorio ad accesso diretto”, che altro non è che un “pronto soccorso a pagamento“, un ulteriore passo avanti della sanità privata, che ancora una volta vede pioniera la Regione Lombardia. E’ forse questa la fase più rischiosa per la tutela del diritto alla salute e per il Servizio Sanitario Nazionale.
E’ dunque arrivato il momento di porsi delle domande, che l’Anaao Assomed, l’Associazione dei Medici Dirigenti rimanda al Governo, alle Regioni e alle Istituzioni, ma anche a tutte le cittadine e a tutti i cittadini: Vogliamo ancora un sistema sanitario pubblico e universalistico finanziato dalla fiscalità generale? Che ruolo deve avere la sanità pubblica nella scala di priorità delle politiche nazionali? Riteniamo che il Servizio Sanitario Nazionale sia un bene comune da difendere? O vogliamo optare per un sistema universalistico selettivo? Quanta parte della ricchezza nazionale prodotta ogni anno (PIL) siamo disposti a destinare alla salute delle persone?
“E’ solo una questione di scelte politiche, sottolinea l’Anaao Assomed, e i cittadini devono sapere che le decisioni in tema di sanità di chi ci governa avranno inevitabili e pesanti ripercussioni sulle loro tasche.
Si, perché se non ci fosse più il Servizio Sanitario Nazionale, che oggi grava sui cittadini solo per la fiscalità generale, il conto delle cure sarebbe assai salato”.
E per rendere evidente i costi che senza un Servizio Sanitario Nazionale (o con un SSN ridimensionato fortemente) andremmo a sostenere, Anaao Assomed ha voluto fare alcuni esempi, quelli più frequenti, in base ad una ricerca condotta nel mese di giugno 2023. Vediamoli.
1. Quanto costa al paziente un ricovero privato?
Costa da 422 a 1.278 euro al giorno. Per un ricovero che richiede da una bassa a un’alta complessità assistenziale.
2. Quali altri costi sono a carico del paziente in caso di ricovero nel privato?
€ 1.200/ora per la sala operatoria; € 600/giorno per la degenza in un reparto chirurgico;
€ 400/giorno per la degenza in un reparto di medicina; € 165/giorno per ricovero ordinario post acuzie.
3. Quanto costa al paziente un intervento di colecistectomia nel privato?
3.300 euro per Colecistectomia laparoscopica semplice; 4.000 euro per Colecistectomia laparoscopica complessa; la parcella del chirurgo invece varia da 3.000 euro a 10.000 euro.
4. Quanto costa effettuare un Check up cardiologico presso una struttura privata?
€ 775 (con mammografia) Donna >40anni; € 694 (con mammografia) Donna <40 anni,
€ 345 Uomo <40anni; €395 Uomo >40anni (le tariffe sono variabili a seconda di età, sesso ed esami previsti, di solito es. Ematici+Ecg di base e da sforzo con visita specialistica finale).
E allora, se le cose stanno così, domanda provocatoriamente l’Associazione: “Vogliamo conservare il nostro Servizio Sanitario Pubblico, o siamo disposti a pagare queste cifre per curarci?”. La risposta è chiara e dovrebbe spingere tutti i cittadini a mobilitarsi per difenderlo.
Ma anche quando le prestazioni restano in ambito pubblico, il cittadino è sempre più costretto a mettere le mani in tasca per potersi curare. Nei giorni scorsi l’indagine “Urgenza sanità” realizzata dall’associazione CittadinanzAttiva ha fatto il punto sui tempi di attesa e la disponibilità di visite specialistiche nel settore pubblico e in regime di “intra-moenia”, cioè a pagamento a favore di medici del Servizio Sanitario Nazionale che agiscono da liberi professionisti (meccanismo introdotto dalla riforma Bindi nel 1999). Un solo esempio di ciò che sta accadendo: nel 2022 al Cardarelli di Napoli sono state svolte 112 visite ortopediche nel pubblico, contro 1.255 (undici volte di più) a pagamento. “Terminata l’emergenza pandemica – scrive CittadinanzAttiva – i cittadini si trovano a fare i conti più di prima con le conseguenze di scelte improvvide che durano da decenni: lunghissime liste di attesa, pronto soccorso allo stremo, medici di medicina generale assenti in molte aree non per nulla definite “deserti sanitari”. Il ricorso alla spesa privata aumenta ed è incompatibile con un sistema universalistico, oltre a essere possibile solo se le condizioni economiche dei singoli lo permettono. Per molte cittadine e molti cittadini l’attesa si è trasformata in rinuncia”.
Qui il Rapporto di CittadinanzAttiva.