Abbiamo già parlato recentemente su Pressenza della vertenza in corso dei lavoratori alberghieri di Los Angeles e dintorni, che sono soprattutto donne latine. A più di un mese dall’inizio delle ondate intermittenti di scioperi, alcuni casi di violenza contro i lavoratori, in occasione dei picchetti, hanno coinvolto polizia, Agenzia federale per il diritto al lavoro (NLRB) e amministrazioni locali di Los Angeles (LA).
Le prime violenze si sono verificate il 5 agosto di fronte al Fairmont Hotel di Santa Monica, dove infine la proprietà ha fatto intervenire la polizia.
Il Sindacato Unite Here Local 11, che rappresenta 15.000 lavoratori dell’ospitalità in 60 hotel della California meridionale i cui contratti sono scaduti il 30 giugno, ha citato nelle accuse di “pratiche di lavoro sleale” contro la rappresentanza padronale nelle trattative, scritte nel ricorso immediatamente presentato al NLRB, la sequela di aggressioni di lavoratori. Il 5 agosto, come anzidetto, da parte delle guardie di sicurezza del Fairmont, durante una manifestazione attraverso il quartiere verso l’hotel. Poi da parte di un ospite del Maya Hotel di Long Beach che, mentre un manager spostava con la forza gli scioperanti utilizzando una rete metallica, feriva un lavoratore alla testa. I partecipanti ai picchetti sono stati anche “ripetutamente aggrediti e minacciati” di fronte al Laguna Cliffs Marriott Dana Point, che è di proprietà del Fondo pensioni dell’Università della California.
Due giorni dopo, l’8 agosto, centinaia di lavoratori hanno picchettato l’hotel InterContinental nel centro di LA. Nel corso della manifestazione, le lavoratrici, che cantavano e portavano cartelli, hanno bloccato il traffico, con un grande cerchio, all’incrocio tra Wilshire Boulevard e 7th Street. Lo slogan più gettonato era “Que queremos? Contrato! Cuando? Ahora!» (Cosa vogliamo? Un contratto! Quando? Adesso!). Coppie improvvisate hanno poi eseguito lo Zapateado, una danza tradizionale messicana, al ritmo di un’orchestrina presente sul posto. Anche in quell’occasione, le lavoratrici hanno affermato di non guadagnare abbastanza per permettersi un alloggio vicino al posto di lavoro e neanche in città. Cosa confermata anche da un sondaggio sindacale tra gli iscritti che ha rilevato che il 53% di loro si è trasferito fuori LA negli ultimi cinque anni o ha intenzione di farlo, a causa dei costi degli alloggi a LA.
Dopo la dichiarazione dell’Associazione alberghiera di LA che gli interventi delle guardie private da essa assoldati hanno lo scopo di mantenere la sicurezza e l’ordine nei confronti di lavoratori che suonano sirene e allarmi a tutte le ore e cercano di abbattere le barricate poste di fronte agli hotel, Kurt Petersen, co-presidente del sindacato Unite Here Local 11, da detto nel comizio: “Non saremo vittime di bullismo al tavolo dei negoziati e sicuramente non saremo vittime di bullismo durante i picchetti”. Alcuni rappresentanti comunali hanno portato la loro solidarietà al corteo, ricordando la crescita di sfratti e tendopoli dei senzatetto in città.
La vicenda ha anche un risvolto istituzionale: la maggioranza dei componenti del consiglio comunale del distretto di Anaheim (dove ha sede Disneyland e numerosi alberghi) ha respinto a maggioranza l’unificazione, con la data delle elezioni generali, del referendum che dovrà decidere sulla proposta sindacale per l’aumento del salario minimo dei lavoratori alberghieri del posto a 25 dollari. La decisione serve evidentemente a diminuire l’affluenza ad un voto che i suoi detrattori considerano contrario agli interessi dell’economia locale.
Non è sfuggito a nessuno il fatto che le campagne elettorali di alcuni consiglieri che sostengono questa posizione sono state sostenute proprio dalle proprietà alberghiere. Un’indagine sulla corruzione politica locale, effettuata dalla FBI, ha confermato ciò che da tempo sostengono settori della comunità. E cioè che le politiche del Municipio sono da tempo indirizzate dagli interessi delle proprietà alberghiere (rappresentate dalla Camera di commercio locale), senza tener conto dei bisogni della popolazione povera e anziana e soggetta a sfratti.
Infine, non sembra abbia ricevuto risposta della destinataria l’invito pubblico dei lavoratori (e anche di alcuni rappresentanti politici dello Stato, in primis la ViceGovernatrice) alla famosa cantante Taylor Swift di rinviare i propri concerti a LA dal 3 al 9 agosto per sostenere le rivendicazioni sindacali. I concerti hanno procurato un massiccio introito alla città (per meglio dire, a quella parte delle città proprietaria di strutture turistiche e del suo indotto), introito che ben difficilmente giungerà alla popolazione delle tendopoli dei senza casa se non si attueranno politiche antispeculative. Politiche che dovrebbero tener conto degli interessi popolari finora non previsti all’interno del previsto boom urbanistico e alberghiero procurato dalla Coppa del mondo di calcio del 2026 e dalle Olimpiadi del 2028, che si svolgeranno entrambe a Los Angeles. Tali eventi, pur procurando occupazioni temporanee, faranno salire alle stelle gli affitti e saranno un ulteriore fattore di espulsione dalla città dei poveri ed anche dei lavoratori con salari di povertà (come gli alberghieri, che stanno lottando in questi giorni).
FONTI
Hosam Elattar, Anaheim Voters To Decide if Hotel Workers Get $25 Minimum Wage in October, Voice of OC, 27.6
Kevin Smith, Striking hotel workers denounce violence on the picket lines, LA Daily News, 7.8
Helen Li, Suhauna Hussein, L.A.’s striking hotel workers are being roughed up by employers’ security, Union says, LA Times. 7.8