Oggi, 9 agosto, si celebra la Giornata internazionale ONU dei popoli indigeni.
Tra i vari obiettivi di questa ricorrenza c’è quello di richiamare l’attenzione sulle ingiustizie che ancora oggi subiscono ovunque si trovino nel mondo, e di sollecitare il rispetto dei loro diritti. Un impegno che per noi di Survival è una missione quotidiana da oltre 53 anni.
Ma hai mai pensato a come sarebbe il mondo senza popoli indigeni?
Come spiega bene la nostra collega Priscilla Oliveira nell’articolo pubblicato su Pianeta 2030 di Corriere della Sera, “la risposta è semplice: non ci sarebbe. Il mondo per come lo conosciamo noi non esisterebbe più”.
Anche se la maggior parte di noi non se ne rende conto, ovunque nel mondo i popoli indigeni stanno proteggendo i loro territori, la natura che li circonda e i biomi in cui vivono. Lo fanno perché è parte intrinseca del loro essere; perché la relazione che hanno con la terra è parte fondamentale della loro vita al punto che la sua distruzione provoca loro sofferenze profonde, disperazione e perfino morte.
Ma il loro impegno e i loro sacrifici vanno a beneficio di tutti noi, di tutta l’umanità.
Ovviamente, chiarisce Priscilla, sarebbe ingenuo affermare che la conoscenza indigena da sola ci salverà dalla crisi climatica, ma è innegabile che la più intima comprensione che l’umanità ha dei diversi ecosistemi sta proprio nelle vite e nelle terre dei popoli indigeni. È uno degli strumenti più potenti che abbiamo nella lotta per salvare il nostro pianeta.
Eppure il nostro tallone d’Achille è la convinzione che le società “altre”, che vivono delle loro terre e hanno poco a che fare con l’economia di mercato globalizzata, abbiano una comprensione del mondo e dei suoi fenomeni meno sofisticata della nostra quando, in realtà, oggi è la nostra stessa scienza a dimostrarci che è falso, fornendoci miriadi di esempi in tutti i continenti.
In questo giorno speciale, noi di Survival vogliamo quindi rendere omaggio ai popoli indigeni del mondo invitandoti a riflettere su questo tema e sollecitandoti a restare al loro fianco e a lottare per i loro diritti territoriali.
Oggi, 9 agosto, ma anche ogni altro giorno dell’anno: sei con noi?
Come dice Merong, un uomo Kamakã Mongoió del Brasile, “Dobbiamo tornare alla nostra terra, perché noi siamo la terra stessa”. Per i popoli indigeni, per la natura, per tutta l’umanità.