Il nostro rimorchiatore, la Open Arms, è ripartita dal porto di Salerno giovedì scorso, dopo aver soccorso 73 persone alla deriva nel Mediterraneo, per proseguire la sua Missione 102. Alla nostra nave ammiraglia si è aggiunto il nostro veliero, Astral, partito ieri dal porto di Marsala per una missione di monitoraggio ed eventuale supporto.
Questa notte la Open Arms ha ricevuto un avviso di distress per un’imbarcazione con circa 170 persone a bordo, tra cui donne e bambini. Dopo aver avvisato tutte le autorità competenti, abbiamo allertato alcune navi mercantili presenti nelle vicinanze, sollecitandole a intervenire e a effettuare il soccorso.
Dopo molte ore e reiterate richieste di informazioni e sollecitazioni affinché si procedesse immediatamente al soccorso, questa mattina abbiamo saputo che le persone sono state intercettate dalla cosiddetta Guardia Costiera libica e riportate indietro. Si tratta di un respingimento vietato dalla Convenzione di Ginevra, che stabilisce che nessuna persona può essere riportata nel luogo da cui è fuggita e in cui la sua vita era in pericolo.
Il nostro veliero Astral ha invece prestato soccorso a un’imbarcazione con 40 persone a bordo, tra cui sei donne e tre bambini. Si trattava di un’imbarcazione in ferro, priva di motore e completamene alla deriva. Iniziava a imbarcare acqua e si trovava in un’evidente condizione di pericolo.
L’imbarcazione si trovava a 35 miglia nautiche da Lampedusa. Abbiamo immediatamente allertato le autorità che hanno tempestivamente inviato una motovedetta della Guardia di Finanza. Proprio durante le operazioni di trasbordo, la barca è affondata e alcune delle persone a bordo sono cadute in acqua. Fortunatamente erano state assicurate dai nostri soccorritori con giubbotti salvagente ed erano stati lanciati in acqua dei canotti galleggianti a protezione delle persone.
Durante gli ultimi due giorni inoltre, abbiamo incontrato tre imbarcazioni vuote e non segnate in alcun modo; non è stato possibile capire se e da chi sono state soccorse le persone a bordo.
Il Mediterraneo continua a essere una frontiera letale. Ribadiamo la necessità del maggior numero di assetti possibile in mare per garantire la sicurezza e la vita delle migliaia di persone che provano ad attraversarlo.
Le nostre Costituzioni democratiche difendono la vita e i diritti di ogni essere umano; si tratta di principi inderogabili sui quali abbiamo costruito le nostre comunità e la nostra Europa. Principi che dobbiamo continuare a difendere.