48 ore determinanti per il futuro democratico del Paese. 250.000 persone a Tel Aviv e un totale di oltre mezzo milione in tutte le città hanno protestato contro la proposta di legge governativa denominata ammazza-giustizia. Il premier Netanyahu è con le spalle al muro. Per poter rimanere al suo posto non può retrocedere dall’approvazione della legge che tarpa le ali alla magistratura, fortemente voluta dall’estrema destra sua alleata.
Sul suo tavolo è arrivato il rapporto dei capi dell’esercito e dei servizi: “Approvare questa legge è un pericolo per il Paese”, ma lui tira avanti e minaccia di arresto gli obiettori di coscienza.
Oggi e domani alla Knesset si discute e si vota sugli articoli più controversi, quelli che limitano il potere dell’Alta corte sulla compatibilità delle nomine dei ministri e la possibilità di una maggioranza semplice di annullare le sue sentenze.
In contemporanea sono previste manifestazioni davanti alla sede del Parlamento e blocco delle principali arterie stradali e dell’aeroporto di Tel Aviv.