A metà degli anni ’80 aveva fatto scalpore la scelta dell’attore Yul Brinner che, poco prima di morire per un cancro ai polmoni, registrò un messaggio (contro le sigarette) che fu diffuso dopo il suo decesso. Ciò potrebbe divenire consuetudine con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nella realizzazione dei film. Già il nuovo episodio della saga di un personaggio avventuroso (di cui non facciamo il nome) utilizza scene di azione non incluse nei film precedenti, sostituendo il viso odierno dell’attore a quello giovanile, visto che lui è ovviamente invecchiato (e non più tanto agile). Non solo gli sfondi di molti film sono ormai vistosamente ricostruiti, ma anche la folla in secondo piano è ormai spesso virtuale. Il che comporta l’addio non solo alle comparse che fanno da sfondo ai protagonisti, ma anche a tutti gli esperti lavoratori che preparano i set delle riprese (come i costumisti, i truccatori, ecc.). In un futuro nemmeno tanto lontano, un posto di lavoro di 10 sceneggiatori ne prevedrà uno solo, che farà compagnia a una scatola con software di IA. Meno personale, meno professionalità, meno creatività umana, più profitti delle produzioni che risparmiano sul lavoro dipendente (pure sindacalizzato).

La premessa serve a introdurre lo sciopero in corso negli studios di Hollywood (e di New York) dove, per la prima volta dal 1960, attori e sceneggiatori sono contemporaneamente in agitazione per il rinnovo dei loro contratti di lavoro.

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Hollywood rimane un luogo dove la maggior parte del personale coinvolto nella produzione cinematografica e televisiva fa parte del lavoro organizzato. Il 9 maggio hanno iniziato scioperare 11.500 sceneggiatori aderenti a Writers Guild of America (WGA). Dopo sei settimane di negoziato con Netlix, Amazon, Apple, Disney, Warner Bros Discovery, NBC Universal, Paramount+ e Sony, le trattative si sono interrotte e i lavoratori sono ormai alla tredicesima settimana di picchietti ininterrotti di fronte ai cancelli. I precedenti che si ricordano sono lo sciopero WGA del 2007, che durò 100 giorni, e quello del 1988, di 153 giorni consecutivi.

Anche gli operai della produzione cinetelevisiva, che hanno un contratto differente, hanno dichiarato che “onoreranno il picchetto” e sindacati similari di 35 nazioni hanno svolto contemporaneamente il 14 giugno manifestazioni di solidarietà organizzate da UNI Global Union.

Lo sciopero degli attori è iniziato invece il 14 luglio, dopo che il loro sindacato, SAG-AFTRA, che ne rappresenta 160.000, ha votato per porre fine ai negoziati infruttuosi con l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, che rappresenta i principali studi di produzione.

La materia del contendere, sia per gli sceneggiatori che per gli attori, oltre all’aumento delle retribuzioni dirette, sono i pagamenti dei residui dello streaming (i film ripetutamente diffusi sulle piattaforme del tipo di Netflix e Amazon Prime), per i quali le imprese non intendono pagare i diritti previsti invece da tempo per i film diffusi nelle sale cinematografiche. E lo è anche l’utilizzo delle immagini degli attori, che, senza una normativa di tutela, potrebbe essere, negli anni a seguire le prime uscite, senza alcun compenso. E in futuro non prevederne nemmeno più la professione, attraverso la sostituzione di personale umano con l’IA che, come anzidetto, potrebbe includere la scansione delle sembianze degli attori attuali da riutilizzare per sempre.

La grandissima maggioranza degli attori scioperanti non sono i pochi volti conosciuti che guadagnano cifre iperboliche, ma i tanti che campano sull’indotto delle produzioni losangeline, dove guadagnano una paga oraria media di 28 dollari.

I due scioperi hanno bloccato la produzione televisiva e cinematografica. Il precedente per gli attori è lo sciopero del 1960 per ottenere la remunerazione di tutte le apparizioni nei film nei cinema e in televisione. Il sindacato Screen Actors Guild era diretto allora da Ronald Reagan (che, assieme a Trump, che ha lavorato in lavori televisivi con sindacalizzazione obbligatoria, è il solo presidente USA a essere stato iscritto a una Union) e da Charlton Heston (anni dopo, testimonial della National Rifle, la famigerata associazione a tutela del diritto a portare i 400 milioni di armi detenute da privati negli USA).

Il contesto, così come in tutti gli scioperi che si stanno svolgendo negli USA, è caratterizzato, oltre che dall’aumento del costo della vita, soprattutto nelle grandi città, dall’incremento insultante delle differenze di retribuzione tra i manager e i dipendenti: mentre nel 1965 i dirigenti guadagnavano 15 volte lo stipendio medio dei loro dipendenti, nel 2021 hanno portato a casa 350 volte il compenso di un lavoratore medio di Hollywood, compresi gli attori.

Questa vertenza ha dunque aspetti specifici, ma affronta anche una questione, l’utilizzo dell’IA, che, se nel futuro assorbirà il lavoro senza alcuna regola (di protezione e, aggiungiamo noi, etica) che non sia solo l’interesse del padronato, finirà per azzerare progressivamente le infinita capacità umane d’inventiva e per ridurre i posti di lavoro.

Ci si potrebbe infine chiedere che tipo di sceneggiature possa produrre nel futuro un aggeggio non umano. Uno degli storici presidenti WGA fu lo sceneggiatore John Howard Lawson, degli “Hollywood Ten”, i Dieci che, rifiutandosi negli anni ’50 di testimoniare (cioè di denunciare veri o presunti comunisti o simpatizzanti) di fronte alla Commissione senatoriale del senatore McCarthy, fu incarcerato per un anno, messo in lista nera e per lavorare si trasferì in Messico. Ci si potrebbe chiedere: se una macchina produttrice di script di film partorirà idee non consone a quelle che qualche politico dovesse definire “non americane”, sarà privata della corrente elettrica?

FONTI:

Shaan Sharma, “We Demand Respect”: Actors Join Writers on Strike, Grinding Film & TV Production to a Halt, Democracy Now!, 14.7

David Arditi, Actors are demanding that Hollywood catch up with technological changes in a sequel to a 1960 strike, The Conversation, 17.7

Arianna Coghill, The Everyday Workers of Hollywood’s Historic Double Strike Need You to Know Some Things, Mother Jones, 19.7

https://www.sagaftra.org/