Medici per i Diritti Umani (MEDU) per il decimo anno consecutivo ha operato nella Piana di Gioia Tauro nell’ambito del progetto “Campagne aperte: laboratorio di pratiche territoriali per promuovere dignità di vita e di lavoro”. E nei giorni scorsi ha fatto il punto sui processi di affrancamento dallo sfruttamento lavorativo e dall’isolamento sociale dei lavoratori agricoli stranieri impegnati nella raccolta degli agrumi in Calabria presentando il suo X Rapporto.
“Rispetto agli anni passati, si legge nel Rapporto, si è riscontrata una drastica diminuzione del numero di presenze, in parte attribuibile alle tempistiche dell’intervento, che ha avuto inizio solo al termine della stagione agrumicola. Se negli anni passati infatti erano presenti, nei mesi di picco della stagione agrumicola (ottobre-aprile), tra i 2.000 e i 2.500 braccianti distribuiti tra i diversi insediamenti informali, nel 2022 essi erano circa 1.000 e alla fine della stagione agrumicola 2023 non più di 500. Oltre alle tempistiche dell’intervento, non vanno trascurati altri fattori quali la difficoltà e i lunghi tempi di attesa per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno presso la Questura di Reggio Calabria e il Commissariato di Gioia Tauro, fattore questo che induce molte persone che da anni vivono in Italia a spostarsi in altre zone dove le tempistiche sono più rapide e le procedure più chiare. I fattori climatici, inoltre, sono stati particolarmente avversi durante l’ultima stagione, determinando un netto calo della produzione agrumicola e una riduzione del raccolto compresa tra il 25 e il 30% nella prima parte del 2022 rispetto all’anno precedente. A ciò si è aggiunta la carenza di manodopera, che ha costretto i proprietari delle aziende ad aumentare il costo della paga giornaliera, senza che a ciò sia corrisposto un aumento proporzionale del prezzo degli agrumi sul mercato. Dato il margine di guadagno minimo, se non nullo, un numero crescente di aziende ha rinunciato alla raccolta”.
Come negli anni scorsi, gli insediamenti che hanno ospitato il maggior numero di braccianti sono stati: la Tendopoli di San Ferdinando, il campo container di Testa dell’Acqua a Rosarno e il casolare di contrada Russo a Taurianova. Altri piccoli insediamenti si trovano nelle frazioni dei Comuni di Rosarno e di Rizziconi. In tutti questi luoghi, il team della clinica mobile ha riscontrato condizioni abitative e igienico-sanitarie estremamente critiche, caratterizzate da strutture fatiscenti o baracche costruite con materiali di risulta. In due mesi, il team della clinica mobile ha assistito in totale 94 persone tra visite mediche e assistenza legale, effettuando 80 visite mediche e 63 colloqui legali. Il 92% delle persone assistite – tutti giovani uomini provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana occidentale – era regolarmente soggiornante a fronte dell’8% di irregolari. Solo il 15% delle persone assistite aveva un permesso di soggiorno per lavoro subordinato o stagionale; gran parte dei lavoratori disponeva invece di un permesso di soggiorno per richiesta asilo (39%), protezione sussidiaria (22%), protezione speciale (22%). L’1% era titolare dello status di rifugiato e un ulteriore 1% di un permesso di soggiorno per attesa occupazione.
Le politiche e le misure adottate negli ultimi mesi dal nuovo potere esecutivo – in particolare il cosiddetto “Decreto Cutro” – hanno contribuito a una crescente precarizzazione delle condizioni giuridiche di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, dal momento che stabiliscono criteri sempre più restrittivi per l’ottenimento e il rinnovo di alcune tipologie di permesso di soggiorno. Rispetto alle condizioni abitative, invece, nonostante negli ultimi anni si siano susseguite dichiarazioni di intenti e iniziative istituzionali volte al “superamento degli insediamenti informali” – finanziamenti nazionali ed europei, Piani di azione, Protocolli di intesa, tavoli programmatici – l’ennesima stagione agrumicola si è conclusa senza alcun concreto miglioramento oggettivo delle condizioni abitative e di vita dei lavoratori agricoli stranieri.
Le novità più recenti riguardano la realizzazione del “Borgo Sociale”, in Contrada Russo (Comune di Taurianova) e del “Villaggio della Solidarietà”, a Rosarno, in un bene confiscato alla mafia. Ad oggi però, nonostante i lavori siano stati ultimati, entrambe le strutture restano chiuse. A fronte dei ritardi e della timidezza delle iniziative istituzionali, a gennaio 2022, ha infatti aperto i battenti l’ostello “Dambe So”, su iniziativa del progetto Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).
Per quanto attiene alle condizioni di lavoro, si riscontra un leggero miglioramento dal punto di vista della retribuzione giornaliera, tra i 45 € e i 50 € per 8 ore di lavoro in media, ma persistono nella maggior parte dei casi irregolarità contrattuali e contributive, con il lavoro grigio che rappresenta la norma e il lavoro nero ampiamente diffuso. Sul versante sanitario, solo il 43% delle persone assistite era in possesso di una tessera sanitaria valida. “Fattori quali la complessità delle procedure burocratiche, si sottolinea nel Rapporto, barriere linguistiche in assenza di mediatori culturali, carenze strutturali dei servizi dovute alle limitate risorse economiche e di personale, isolamento dei luoghi di dimora dei braccianti in assenza di trasporti pubblici, condizioni di indigenza diffuse, che impediscono a molti braccianti di contribuire, nei casi in cui è richiesto, alla spesa sanitaria ostacolano un effettivo accesso alle cure”. Per quanto riguarda, infine, le patologie riscontrate, si conferma la prevalenza di patologie dell’apparato osteo-articolare (nel 22% dei casi) e dell’apparato digerente (12% dei pazienti).
MEDU conclude il proprio Rapporto chiedendo ancora una volta un deciso intervento istituzionale (al Governo, alla Regione Calabria, ai Comuni della Piana, alla Questura, alla Prefettura, all’Ispettorato del lavoro) e formulando alcune puntuali raccomandazioni.
Qui per scaricare il Rapporto di Medici per i Diritti Umani.