L’assemblea che si è svolta il 13 luglio al circolo ARCI di Sant’Andrea a Rovezzano sul tema della trasformazione della caserma Predieri in una struttura di comando della NATO (quartier generale permanente della Multinational division South) è stata l’occasione per rivedere quella “Firenze contro la guerra” che finora ha dato dignità e prestigio alla città, ma che era silente. Poteva essere l’occasione per uscire dalla paralisi da impotenza che sta caratterizzando quel mondo pacifista sospeso sul delirio bellico della classe dirigente occidentale e sull’orlo di un possibile conflitto nucleare globale. Dai promotori però non è nato nulla, nemmeno il topolino di invocare un banale cessate il fuoco in Ucraina, nemmeno l’invito a dire chiaramente NO alla nuova struttura NATO a Sant’Andrea a Rovezzano.
La “Rete democratica fiorentina” aveva indetto l’assemblea sull’onda della notizia che la vecchia caserma di Predieri sarebbe diventata una struttura di comando della NATO; obiettivo dichiarato e perseguito era quello di capire cosa ne pensasse la popolazione dei possibili cambiamenti in quel quartiere e di chiedere a settembre un incontro con le istituzioni cittadine “per avere informazioni” sugli effetti di questo cambiamento.
Per il piccolo tranquillo quartiere non credo ci saranno molti problemi per la vita delle persone; gli effetti più negativi ci sono già stati con il nuovo campeggio che circonda la caserma, il night club e la movida notturna conseguente. I decisori della NATO causeranno qualche movimento di auto, ma non pare sia previsto lo stoccaggio di armi particolari. Certamente, come è stato da più parti ricordato, in caso di guerra quello sarà un obiettivo primario di bombardamenti che, ovviamente, saranno un rischio enorme per chi vive nelle vicinanze, cioè per tutta la città.
Già nella relazione introduttiva la modestia delle proposte ha lasciato molti perplessi, ma parecchi, come me, pensavano che dall’assemblea sarebbero comunque nate proposte e idee. In effetti gli interventi che si sono succeduti sia di residenti in loco, sia dei vari movimenti e gruppi politici presenti, hanno immediatamente messo in relazione la nuova presenza NATO a Rovezzano con la guerra in corso in Ucraina. Una guerra dove la NATO ha un ruolo fondamentale sia nell’averla fomentata che nel volerla proseguire; anche se formalmente non è coinvolta, non può essere ignorata. Era evidente in quasi tutti gli interventi che il tema era e sarebbe stato la guerra e il ruolo che vi sta svolgendo la NATO a conduzione statunitense, ma molti sono stati praticamente ignorati.
Verso la fine dell’incontro è stata la volta di persone vicine ai promotori, che avrebbero voluto riportare nel misero solco iniziale il dibattito, lamentando di come i troppi pacifisti e gruppi contro la guerra avessero allontanato i residenti durante la discussione, quando obiettivo dell’assemblea era capire cosa pensassero i residenti e “formare le persone informandole”. In realtà alcuni residenti e membri del circolo hanno parlato e posto l’accento più sul ruolo politico della NATO che non sugli aspetti urbanistici, dimostrando di essere già informati.
Insomma, i promotori hanno rifiutato anche le minime proposte di far nascere un comitato che si impegnasse sul tema Caserma Predieri-guerra e le semplici proposte di iniziative pubbliche da costruire.
Con la regia collaudata nel tempo di riportare tutte le discussioni nell’alveo di ciò che si vuole imporre, indipendentemente da come si è espressa l’assemblea, gli organizzatori hanno tentato ancora una volta di ritornare alla proposta iniziale di chiedere un incontro alle istituzioni locali per “avere informazioni”; tutti sanno benissimo che Comune, Città Metropolitana e anche Regione non hanno voce in capitolo, anche perché quella caserma è lì da moltissimo tempo e non rientra nelle competenze di questi enti.
La proposta fatta è pura fuffa, finirebbe solo per distrarre da quel che oggi incombe su tutti noi: una guerra criminale, cinica, spietata, un massacro su entrambi i fronti, un rischio di andare verso il coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto, che avrebbe l’esito fatale di una guerra nucleare.
Dopo questa debacle politica e morale di certa politica fiorentina c’è davvero da interrogarsi sui mutamenti profondi avvenuti nel nostro Paese, dove la maggioranza delle persone è ancora testardamente contraria alla guerra nonostante una classe dirigente totalmente inchinata a chi la vuole.
Per fortuna alla fine alcuni hanno proposto la raccolta di contatti per tentare di far nascere una seria opposizione alla nascita di una nuova struttura NATO e soprattutto alla prosecuzione di questa sciagurata guerra voluta da quasi tutta la politica istituzionale. Finalmente un piccolo, ma concreto segnale di speranza.
Tiziano Cardosi