Le autorità tunisine hanno trasferito una parte dei migranti subsahariani deportati al confine libico in centri di detenzione gestiti dall’esercito nelle provincie di Tataouine e Mednine.
Le critiche internazionali e le proteste della società civile tunisina contro gli atti discriminatori e repressivi nei confronti dei migranti dopo gli scontri a Sfax hanno convinto il governo di Tunisi a intraprendere misure di protezione umanitarie più razionali. Per circa una settimana i migranti sono stati scacciati sul confine libico-tunisino all’aria aperta, senza acqua e senza cibo. Sono sopravvissuti soltanto grazie alla generosità della gente tunisina.