La vita dei naufraghi e di un equipaggio umanitario di SOS MEDITERRANEE e FICR è stata messa in pericolo venerdì pomeriggio, 7 luglio, durante un’operazione di salvataggio in mare. La Guardia Costiera libica ha sparato colpi di arma da fuoco in prossimità dell’equipaggio di soccorso. Si tratta del terzo incidente di quest’anno, che si inserisce in un contesto di crescente insicurezza nel Mar Mediterraneo.

L’equipaggio a bordo della nave di soccorso umanitaria Ocean Viking, gestita da SOS MEDITERRANEE e dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR), ha risposto a una chiamata di mayday su una piccola imbarcazione in difficoltà in acque internazionali al largo delle coste libiche. È stata la seconda operazione della giornata, dopo un primo salvataggio di 46 persone avvenuto anch’esso in acque internazionali nella regione libica di ricerca e soccorso.

Poco dopo il soccorso degli undici naufraghi da parte delle lance di salvataggio della Ocean Viking, una motovedetta della Guardia Costiera libica si è avvicinata alla scena ad alta velocità e ha iniziato a sparare diversi colpi a distanza ravvicinata. Gli spari sono stati esplosi a meno di 100 metri dall’equipaggio umanitario e dai naufraghi – tra i quali ci sono una donna e cinque bambini non accompagnati – mentre cercavano di tornare alla Ocean Viking.

Sebbene i naufraghi e i membri dell’equipaggio siano riusciti a mettersi in salvo a bordo della Ocean Viking, tutti sono sotto shock e alcuni hanno riportato ferite a causa delle pericolose manovre della Guardia Costiera libica. Giannis, leader del gommone di salvataggio più vicino alla motovedetta libica, descrive il pericolo corso durante i fatti: “L’impatto della scia creata dalla motovedetta libica sulle nostre imbarcazioni è stato così forte che mi sono ferito alla schiena. Mentre continuavano a sparare e a inseguirci, la sicurezza delle persone soccorse e dell’equipaggio era nelle mani di un uomo armato”.

È la terza volta dall’inizio dell’anno che l’equipaggio di SOS MEDITERRANEE è stato minacciato, intimidito e attaccato dalla Guardia Costiera libica. SOS MEDITERRANEE e la FICR invitano tutti i governi a garantire che gli operatori umanitari possano fornire assistenza in mare senza rischiare la vita.

SOS MEDITERRANEE e la FICR condannano qualsiasi attacco ai naufraghi e agli operatori umanitari che rispondono a un’emergenza. Come organizzazioni umanitarie civili, il nostro obiettivo è quello di salvare vite umane, colmando il vuoto di ricerca e soccorso lasciato nel Mediterraneo, e queste situazioni mettono le persone sempre più a rischio. Allo stesso tempo, il numero di morti e dispersi al confine meridionale dell’Europa continua ad aumentare.

“Siamo estremamente preoccupati per la sicurezza nel Mar Mediterraneo. Quest’anno abbiamo assistito a un numero spaventoso di persone morte in mare, come le vittime dell’orribile naufragio al largo delle coste della Grecia. Allo stesso tempo, le organizzazioni umanitarie che cercano di aiutare le persone in difficoltà in mare temono per la loro sicurezza. Questa situazione di pericolo può portare alla perdita di altre vite, anche se tutte queste morti di persone in mare sono evitabili”, afferma Maria Alcazar Castilla, vice direttore regionale per l’Europa e l’Asia centrale della FICR.

Il 2023 è stato finora un anno particolarmente mortale: da gennaio, 1.728 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale in cerca di sicurezza e pace in Europa. Si tratta del numero di morti più alto dal 2017 e quasi certamente di un dato inferiore alle aspettative.

Per evitare altre morti, è fondamentale che gli operatori umanitari possano operare in sicurezza per assistere le persone in difficoltà in mare.

SOS MEDITERRANEE Italia