Milano, 10 luglio 2023. “C’è un allarme lanciato da mesi ma inascoltato dietro la tragedia della RSA “Casa dei Coniugi” di Via dei Cinquecento a Milano, costata la vita a 6 persone e il ricovero per altre 81, una tragedia che potrebbe replicarsi in questa o altre modalità, se non si affrontano con misure immediate e concrete le pesanti criticità presenti in questa come in altre strutture nel territorio della ATS della Città Metropolitana di Milano gestite da privati”, ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica.

Ci sono elementi chiave emersi già all’inizio di quest’anno a “37e2”, la trasmissione sulla sanità di Radio Popolare condotta da Vittorio Agnoletto, medico ed esponente di Medicina Democratica, che in ben due puntate del mese di gennaio, il 20 (dal min 6,00 al 21,21 https://www.radiopopolare.it/puntata/?ep=popolare-37e2/37e2_20_01_2023_11_00 ) e il 27, ha affrontato la situazione nelle RSA con la partecipazione di Walter Gelli, responsabile della CUB Sanità, partendo da un’inchiesta svolta da quel sindacato.

“Nella seconda puntata, quella del 27 gennaio, (dal min 9,28 al min 23,00 https://www.radiopopolare.it/puntata/?ep=popolare-37e2/37e2_27_01_2023_10_35) – spiega Vittorio Agnoletto – abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento proprio le strutture del Comune di Milano gestite dalla Cooperativa Proges, tra le quali la Casa dei Coniugi in via dei Cinquecento. Con una mail del 24 gennaio (vedi allegato n.1) avevamo invitato i dirigenti di Proges ad intervenire per fornire risposte precise alle critiche sollevate, fra le quali gravi carenze nella organizzazione del personale, sottoposto a superlavoro e a turni massacranti, nell’ efficienza e reperibilità di strumenti e presidi indispensabili per la gestione degli ospiti, dai bagni assistiti, ai carrelli, al sollevapersone, al materiale di lavoro a volte irreperibile o scarso, fino al servizio di lavanderia interna non più disponibile, e più in generale sulla carenza del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria. Ma la direzione della cooperativa aveva declinato l’invito con la giustificazione che avrebbe affrontato tali argomenti negli incontri sindacali”.

Come è stato ricostruito nelle due puntate di “37e2”, l’ 8 novembre 2022 la CUB aveva scritto all’assessore regionale al Welfare, al Direttore Generale ATS di Milano e al Prefetto chiedendo “un’attenta valutazione dei rischi: – per le categorie di lavoratori impiegati nelle RSA…. -per la sicurezza e il rispetto della dignità dei ricoverati residente nelle RSA…”

La risposta del Prefetto era stata prontissima: ben due volte, il 10 novembre 2022 e il 4 gennaio 2023 (vedi allegati n. 2 e n. 3) aveva sollecitato l’ATS a effettuare un’indagine: ma soltanto il 13 gennaio l’ATS (vedi allegato n.4) risponde di aver fatto le verifiche, confermando che vi erano criticità rispetto alla questione personale, ma che non ve ne erano rispetto ai cosiddetti standard accreditanti.

Affermazioni che, alla luce di quanto accaduto, sono tutte da verificare e su cui Vittorio Agnoletto chiede risposte precise: “Quale era, ad esempio, la situazione degli impianti di rilevazione fumi a gennaio, quando l’ATS scrisse la sua relazione? Come sono state fatte le verifiche da parte dell’ATS? Quali provvedimenti l’ATS ha assunto direttamente? Quali segnalazioni ha fatto alle strutture e istituzioni interessate, ad es. ai gestori delle RSA per il numero dei dipendenti, ai vigili del fuoco per gli impianti antincendio, ai proprietari degli immobili per la manutenzione straordinaria? Questa drammatica vicenda ripropone ancora una volta l’importanza di controlli precisi che ATS e istituzioni devono esercitare sui privati che lavorano con il servizio pubblico. Se l’inchiesta della CUB e le nostre segnalazioni radiofoniche fossero state prese tempestivamente in maggior considerazione, forse, si sarebbe potuto evitare una tragedia di simili dimensioni”

“C’è una indagine della Magistratura in corso – ha aggiunto Marco Caldiroli- ma la eventuale soluzione di questo caso non potrà superare le gravi inadempienze presenti nella generalità delle RSA: secondo una indagine della CUB il rapporto effettivo è di un operatore sanitario per 30/40 ospiti/pazienti ovvero 5 operatori per 170 persone, come nella notte della tragedia, un peso insostenibile. Non si può giocare al risparmio sulla pelle di lavoratrici e lavoratori e degli ospiti RSA! Vanno rivisti i parametri di riferimento per l’accreditamento e garantito il rispetto degli stessi come dei diritti degli operatori sociosanitari”!

Medicina Democratica aderisce al presidio indetto dalla CUB e da associazioni di parenti di persone ricoverate nelle RSA prevista a Milano per martedì 11 luglio, dalle ore 10,30 in via dei Cinquecento angolo via Panigarola.