Fanno senz’altro più notizia le vele o le bandiere che ogni anno prima dell’estate vengono assegnate a località turistiche eccellenti, rispetto ai dati sull’inquinamento del nostro mare che anche per quest’anno alla fine dello scorso mese di giugno Legambiente ha diffuso. Dati che evidenziano come le illegalità connesse ai fenomeni d’inquinamento (dalla gestione dei rifiuti, agli scarichi in mare fino alla “mala depurazione”) lungo le coste del nostro Paese abbiamo superato anche nel 2022 le 13 mila infrazioni: esattamente 13.229, pari a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa, con 4.844 persone denunciate o arrestate, 1.623 sequestri, per un valore economico che supera i 385 milioni di euro, 8.499 illeciti amministrativi e 8.935 sanzioni amministrative.
E’ la Campania a confermarsi in testa alla classifica per quanto riguarda il mare inquinato. Nel 2022 sono stati 1.245 i reati accertati in questa regione, che da sola rappresenta il 26,3% del totale nazionale. Un “primato” che si conferma per le persone denunciate e arrestate (989), i sequestri, che sono stati 496, gli illeciti amministrativi (1.273, cresciuti del +45,7% rispetto al 2021) e le sanzioni, anche queste in forte aumento. Al secondo posto la Puglia, che sale dalla quarta posizione: 559 quelli accertati lo scorso anno dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, pari all’11,8% del totale nazionale, comunque in flessione rispetto ai 753 del 2021. Scende di un posto in classifica il Lazio, con 539 reati (11,4% del totale), ma si piazza al secondo posto come numero di persone denunciate e arrestate (673) e sequestri (216 quelli eseguiti). La Calabria, (seconda come illeciti amministrativi e sanzioni, rispettivamente 1.018 e 1.062), sale al quarto posto con 344 reati, seguita dalla Sicilia, che con 336 reati scende di due posizioni rispetto alla classifica del 2021. Al sesto posto (e prima regione del Nord) si piazza l’Emilia-Romagna con 271 reati.
C’è da sottolineare come nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa l’incidenza dei reati connessi al mare inquinato sale dal 51,8% del 2021 al 52,5% del 2022, a dimostrazione che resta alta la pressione dei fenomeni più gravi d’illegalità in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Una parte del Rapporto 2023 si occupa della mancata depurazione delle acque e delle ben 4 procedure d’infrazione decise dall’Unione europea e attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. Sul sito del Commissario unico sono stati pubblicati i risultati relativi alla condanna C-251/17
della Corte di giustizia europea: su 81 agglomerati oggetto della condanna (per 5.995.371 abitanti equivalenti) 54, pari al 66,7%, sono ancora oggi non conformi; 13 quelli parzialmente conformi (16,05% del totale) e 14 conformi (17,28%): https://commissariounicodepurazione.it/procedure-infrazioni/.
Come fa annualmente, anche per quest’anno Legambiente mette nero su bianco alcune proposte: “1) Rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione); 2) Efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020; 3) Migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA); un sistema che è già stato concepito con la riforma della legge 132 del 2016 ma che attende ancora i decreti attuativi per rendere quanto prima operativa la riforma, perché anche la salute del nostro mare non può più attendere; 4) Regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa; 5) Promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa”.
Qui per scaricare il Rapporto: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2023/06/Mare-Monstrum-2023-Il-Mare-Inquinato.pdf.