La Corte d’Appello di Londra ha dichiarato illegale il controverso disegno di legge del governo britannico, attualmente in discussione in Parlamento, che intende deportare in Ruanda i richiedenti asilo arrivati nel Regno Unito in modo irregolare (per esempio con piccole imbarcazioni).
La decisione di oggi ribalta quella presa in dicembre dall’Alta Corte, contro cui avevano presentato ricorso l’UNHCR, avvocati, associazioni e un gruppo di richiedenti asilo e stabilisce che il Ruanda non è un paese terzo sicuro: le carenze del suo sistema d’asilo comportano infatti il rischio che i migranti deportati vengano rimpatriati nei loro Paesi d’origine, dove potrebbero subire persecuzioni e altri trattamenti inumani.
Il premier Rishi Sunak ha annunciato l’intenzione di fare ricorso presso la Corte Suprema del Regno Unito, deciso insieme alla Ministra dell’Interno Suella Braverman a sostenere a tutti i costi la sua politica di “difesa dei confini” con il pretesto della lotta ai trafficanti di esseri umani, un leit motiv ben conosciuto anche in Italia. Qualche giorno fa la linea dura contro gli sbarchi era stata contestata anche per i suoi costi esorbitanti: 169.000 sterline (196.000 euro) per deportare un singolo migrante dal Regno Unito al Ruanda.
“Il sogno di Suella Braverman di mandare i richiedenti asilo in Ruanda è morto” ha commentato nella sua pagina Facebook Jeremy Corbyn. “Ora lottiamo per il sogno dei rifugiati, aiutandoli a ricostruire le loro vite in dignità, sicurezza e pace.”