E’ stata presentata presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati la 14^ edizione del Libro bianco sulle droghe La traversata del deserto“, un rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano sostanze e sulla società.

Il rapporto è promosso da La Società della Ragione, Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA e Legacoopsocial con l’adesione di A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD e ITANPUD e viene presentato ogni anno in occasione del 26 giugno, Giornata Mondiale sulle Droghe, nell’ambito della campagna internazionale di mobilitazione Support! Don’t Punish, che chiede politiche sulle droghe rispettose dei diritti umani e delle evidenze scientifiche e che quest’anno coinvolgerà oltre 250 città in circa 100 paesi. Oltre a contenere i dati (2022) relativi agli effetti della war on drugs sul sistema penale e penitenziario italiano, il rapporto presenta un focus sulla questione della riforma del fatto di lieve entità per droghe e un approfondimento sulle proposte di uscita dal carcere per le persone che usano droghe, un’analisi della posizione dell’Italia nel dibattito internazionale, sul rispetto dei Diritti Umani e una revisione critica del rapporto dell’INCB sulla cannabis.

Questi alcuni dati.

I costi del proibizionismo, che significa mancate entrate per lo Stato in virtù della gestione del settore da parte della criminalità organizzata, potrebbero sfiorare i 18-20 miliardi. Senza contare le risorse umane ed economiche relative all’amministrazione della giustizia: i tribunali sono ingolfati da cause di minima importanza e oltre il 36% dei detenuti, molti dei quali con problemi di dipendenza, è in carcere per reati connessi alle droghe. Le segnalazioni al prefetto per consumo di sostanze stupefacenti, dal 1990 a oggi superano il milione e quattrocentomila unità, di cui un milione per cannabinoidi. Nel 2022 aumentano gli ingressi in carcere dei soggetti definiti tossicodipendenti (15.509 su un totale di 38.125, pari al 40,7%), a cui si aggiungono 9.961 persone, pari al 26,1% del totale, entrate per violazione dell’art. 73 del testo unico sulle droghe. Sui 56.196 detenuti presenti al 31 dicembre dello scorso anno, 19.283 si riferiscono a violazioni del Dpr 309/90, pari al 34,3% del totale, e 16.845, pari al 30%, a soggetti tossicodipendenti. Il numero delle misure di comunità cresce, ma insieme con il carcere, non a suo detrimento, con la caratteristica classista di un nuovo doppio binario, per cui la gran parte di chi entra in carcere è destinato a restarvi fino all’ultimo giorno, mentre chi ha risorse personali, familiari o relazionali può contare sulla messa alla prova processuale, sulle sanzioni sostitutive o sulle alternative al carcere in corso di esecuzione penale.

I dati relativi ai sequestri configurano uno scenario sovrapponibile a quello del 2021, sebbene operazioni antidroga e denunce all’autorità giudiziaria siano andate incontro a un calo, rispettivamente del 10,54% e del 12,12%: sono state 19.198 nel primo caso, 26.685 nel secondo, una media inferiore rispetto a quella dell’ultimo decennio. Anche il volume di sostanze sequestrate ha subito un notevole decremento, pari al 19,17% in confronto al 2021. Nel complesso, esso si è attestato attorno alle 75 tonnellate. Con le sue 26,10 tonnellate, il 2022 è stato l’anno contraddistinto dai più alti quantitativi di cocaina mai sequestrati in Italia, nel 78,28% dei casi intercettati in aree frontaliere, secondo un trend decennale che appare in continua ascesa.

L’attività di riduzione dell’offerta in merito all’eroina è invece contraddistinta da numeri in linea con il 2021: i 548.08 kg sequestrati si inscrivono nel trend dell’ultimo quadriennio, secondo oscillazioni mantenutesi costanti nel tempo, quantificabili attorno alla mezza tonnellata annua. Anche per quanto riguarda le droghe sintetiche si assiste a una flessione dei numeri, sebbene i 102,95 kg sequestrati rappresentino il terzo valore più alto di sempre, con una commercializzazione spinta prevalentemente dai mercati online. Circa il carico penale relativo alla 309/90, il numero degli stranieri coinvolto in reati di traffico e spaccio risulta il più basso del decennio: 9.105 unità, le quali continuano a rappresentare oltre il 34% del totale. Ad aumentare, invece, è il numero di minori incriminati, in aumento del 14,78%, a conferma di una tendenza in stabile crescita negli ultimi tre anni: 926 nel 2020, 981 nel 2021, 1.126 nel 2022. Venendo all’andamento relativo ai decessi per overdose, in significativa diminuzione già dal 2020, i 298 casi del 2022 si pongono in linea con quelli dell’anno precedente, in cui erano stati 296.

Anche questo Libro Bianco come tutti i precedenti documenta il peso della legge sulle droghe e dell’uso delle sostanze stupefacenti nel sovraffollamento delle carceri e “certifica” il fallimento delle politiche proibizionistiche. Dopo quasi 60 anni di proibizione quel che va riformato radicalmente è l’impianto generale del “controllo”.

Controllare il fenomeno è utile per tutelare la salute e porta benefici socio-economici e scientifici. “Dopo 32 anni di applicazione del Testo Unico sulle droghe Jervolino-Vassalli, si legge nel Rapporto, i devastanti effetti penali (dell’art. 73 in particolare) sono sotto gli occhi di tutti. La legge sulle droghe continua a essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri. La legislazione sulle droghe e l’uso che ne viene fatto sono decisivi nella determinazione dei saldi della repressione penale: la decarcerizzazione passa attraverso la decriminalizzazione delle condotte legate alla circolazione delle sostanze stupefacenti, così come le politiche di tolleranza zero e di controllo sociale coattivo si fondano sulla loro criminalizzazione. Basti pensare che in assenza di detenuti per art. 73. o di quelli dichiarati tossicodipendenti, non vi sarebbe il problema del sovraffollamento carcerario, come indicato dalle simulazioni prodotte. Dopo 33 anni di applicazione non possiamo più considerare questi come effetti collaterali della legislazione antidroga, ma come effetti evidentemente voluti”.

Per scaricare il Libro Bianco in formato pdf: librobiancodroghe-2023.